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 2019  gennaio 30 Mercoledì calendario

Olivia Colman, la nuova regina del cinema

LONDRA La fama le fa paura. Quando può, evita di uscire di casa. La preoccupa ancora il prossimo ruolo: arriverà qualcosa? È la favorita ai prossimi Oscar dopo aver vinto un Golden Globe, ma non crede alle previsioni. Se Olivia Colman è l’attrice del momento, l’unica a non saperlo sembra essere lei.
La statuetta dorata dell’Academy? «Ah, no, parliamo d’altro», risponde spiritosa al collega David Tennant, amico e coprotagonista della serie «Broadchurch» che per la Bbc le ha chiesto dei pronostici. È in parte questo antidivismo innato ad aver fatto di Colman «un tesoro nazionale», come sottolinea la stampa, un’attrice adorata in Gran Bretagna e adesso anche all’estero. Con La favorita, in cui interpreta la parte della regina Anna Stuart, nonché la prossima serie di The Crown, in cui ricopre il ruolo di Elisabetta II, entra nella sfera di Helen Mirren e Judi Dench, intoccabili teste coronate del cinema, e approda a un nuovo livello di affermazione.
«È buffo immedesimarmi in due regine perché in realtà mi muovo come una contadina», spiega puntando come suo solito sull’umorismo per sminuire talento e risultati. «Schiena dritta, spalle indietro: questa frase è diventata il mio motto», ma solo durante le riprese, perché a detta di Rachel Weisz e Emma Stone, al suo fianco nella pellicola del regista Yorgos Lanthimos, Olivia Colman è un insieme di «calda e travolgente simpatia», lontana anni luce dall’altezzosità dei reali. Per il regista Yorgos Lanthimos, era anche l’unica attrice in grado di rendere sul grande schermo la disperazione, la solitudine e la forza della regina Anna: «Senza di lei non avrei realizzato la pellicola», ha spiegato l’autore del film in gara con 10 nomination.
Talento? Metodo? «Non saprei, no, mi dispiace, non ho un metodo», dice Olivia. Il suo approccio ai personaggi è, racconta, emotivo: «Nel caso della regina Anna, ad esempio, la chiave è il dolore. Come si fa a perdere 17 figli e a rimanere sani di mente? Ci penso e mi vien da piangere. Ho tre figli e non riesco a immaginare come si sopporti la scomparsa di un bambino». Le scene erotiche? «Devo dire che generalmente le evito perché mi viene da ridere, ma baciare Rachel Weisz è come vincere la lotteria». I 15 chili che ha messo su per il ruolo? «Beh, a Yorgos il grasso artificiale non andava bene e così sono ingrassata davvero, ma la capisco, povera Anna. Mangiava per colmare il vuoto».
Se non ha «il metodo» di tanti colleghi, ha quella che Colman chiama «esperienza»: si affaccia al grande cinema internazionale solo adesso, a 44 anni, perché, oltre a mettere a segno una sfilza di ottimi ruoli televisivi ha anche incassato delusioni.
Dopo la maturità ha frequentato non l’università, ma un istituto di formazione per segretarie di Cambridge. Nella cittadina universitaria ha mosso i primi passi sul palcoscenico con l’associazione studentesca Footlights (che nel corso degli anni ha lanciato Emma Thompson, Hugh Laurie e Stephen Fry), dove ha conosciuto l’uomo che nel 2001 è diventato suo marito, lo scrittore Ed Sinclair. Insieme hanno frequentato la scuola di recitazione del teatro Old Vic di Bristol. «Mia madre mi disse di darmi un anno di tempo per trovare un lavoro, me ne sono data dieci», ricorda ridendo. Non è falsa modestia. Colman è a tutti gli effetti «una persona normale, del tutto impreparata agli effetti del successo».
«Non mi sono mai abituata al fatto che se metto il naso fuori casa la gente mi riconosce: per carità, sono tutti carini ed educati, ma è strano essere avvicinata da gente che non conosci. Non mi sento a mio agio. Ho amici con i quali mi sento al sicuro, mi piace andare da loro, ma a parte questo preferisco rimanere a casa mia».
Le risulta difficile anche partecipare a cerimonie e serate di gala: «Mio marito ed io ce la svigniamo appena possiamo. Sono più il tipo da jeans e maglione, possibilmente con qualche sbrodolatura». Detto ciò non ha problemi a dire la sua: «Sono sorpresa che qualcuno riesca ancora a stupirsi che un film con tre protagoniste donne come La favorita possa conquistare il pubblico. Siamo ancora a questo punto?».