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 2019  gennaio 30 Mercoledì calendario

Cibo, web alleato dei ristoranti

«Il cibo online non cannibalizza i ristoranti, anzi li aiuta a crescere perché intercetta una clientela nuova, giovane», afferma il general manager di Deliveroo Italia Matteo Sarzana. E lo dice nella sede nazionale della Confcommercio, a Roma, nella sala Cerroni della Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi presieduta da Lino Enrico Stoppani, in occasione della presentazione del Rapporto Ristorazione 2018.
Secondo la ricerca, l’online food delivery, inteso come la possibilità di scegliere e ordinare cibo da una rete sempre più ampia di ristoranti, attraverso l’utilizzo di una piattaforma web, è sicuramente la novità più significativa del mercato della ristorazione degli ultimi anni. Con un fatturato di 350 milioni di euro nello scorso anno, in aumento del 69% rispetto al 2017 e con previsioni di ulteriore crescita nel 2019, la consegna di cibo ordinato su internet contribuirà sempre di più alla crescita della ristorazione italiana, senza alcuna sovrapposizione con i locali ma anzi completando la tradizionale offerta rivolta ai consumatori.
L’analisi dei consumatori italiani che utilizzano il food delivery permette di notare che sono anzitutto giovani, grazie alla maggiore abitudine nell’utilizzo della tecnologia rispetto alle altre generazioni, e senza differenze significative tra gli uomini e le donne. A livello geografico il fenomeno è al momento radicato più al nord che al centro e nel sud, con la Lombardia che nel 2018 si è imposta come la regione di residenza del maggior numero di consumatori. I cibi preferiti da chi ordina a domicilio sono «sani e salutari», una necessità agevolata, nel caso di Deliveroo, anche dalla varietà di scelta garantita dagli oltre 200 ristoranti sempre disponibili tra Roma e Milano, due delle 34 città dove il servizio è oggi presente, e dall’inserimento nella piattaforma di 308 ristoranti che offrono piatti e menù vegetariani, 206 vegani e 135 senza glutine. Nello specifico, tra i cibi preferiti del 2018, poke bowl al primo posto, specialità hawaiana a base di riso e pesce crudo che si è rivelato il piatto più ordinato dell’anno appena trascorso. E il nuovo anno mostra già, almeno sotto il profilo dell’attenzione alla linea, alcuni aspetti di continuità con l’anno precedente, non senza qualche innovazione: veg meat, beyond burger, e una maggiore attenzione alla frutta, tra cui il cocco e il dragon fruit, sono infatti le abitudini emergenti per il nuovo anno. E il ministro della salute Giulia Grillo, presente all’incontro, ha dichiarato la sua passione per i cibi vegani.
Pane e pasta hanno avuto momenti migliori: sono infatti spariti dalla dieta quotidiana di una quota di popolazione pari all’8,3%, ma resta comunque alto il numero di chi ancora li consuma abitualmente. Il latte viene acquistato quotidianamente da un italiano su due, ma l’abitudine si riduce sensibilmente tra i più giovani: la quota di bambini con età compresa tra 6 e 10 anni che consuma latte ogni giorno è scesa dall’81,5% del 2005 al 71,2% del 2018.
Da non dimenticare il fattore tempo, evidenziato nel rapporto intitolato «I nuovi stili alimentari degli italiani»: l’orologio sta fortemente condizionando la relazione con il cibo. Il 32,7% degli intervistati ha dichiarato di cucinare a pranzo tutti i giorni, percentuale che sale al 53% per la cena, pasto che sta assumendo un ruolo sempre più importante nella nostra vita. Se nel 1998 il 78% delle persone erano solite pranzare a casa, in 20 anni la percentuale è scesa al di sotto del 72%, una contrazione che in assoluto equivale a circa 3,5 milioni di persone. E aumenta tra gli italiani la consapevolezza dello stretto rapporto tra alimentazione e benessere: il 97,1% degli intervistati è consapevole del fatto che la nostra salute e il nostro benessere dipendono da ciò che mangiamo. Il 71,8% si informa, durante la scelta del piatto, sulla qualità e la provenienza dei prodotti utilizzati, e più dell’89,1% ritiene che anche i locali siano più attenti a offrire alla clientela piatti salutistici. Nonostante questa rinnovata attenzione al benessere, solo il 53,3% degli intervistati dichiara di consumare verdure e ortaggi ogni giorno.
Elevato il turnover imprenditoriale, visto che nel 2017 hanno cessato l’attività oltre 25.780 imprese, in un contesto che risulta comunque favorevole con un totale di oltre 333.640 imprese in attività ad oggi. Positivi i dati sulle prospettive occupazionali offerte dal settore: sono infatti oltre 1.252.260 gli occupati, di cui 864.062 dipendenti e 388.202 lavoratori indipendenti.