ItaliaOggi, 30 gennaio 2019
L’Estonia progetta muro con la Russia e si fa pagare una tassa alla frontiera
Vietato pagare il parcheggio alla frontiera, mentre si è in attesa di uscire da un paese Schengen. La Commissione europea ha tirato le orecchie all’Estonia, un paese membro, per la gestione che ha del confine orientale, quello con la Russia. Tallinn, infatti, ha organizzato l’uscita dai propri confini, che coincidono con quelli europei, introducendo una sorta di tassa per prenotare un orario di attraversamento del confine e un posto per lasciare l’auto in attesa, durante le procedure di rito. Nella Repubblica baltica lo chiamano «sistema di prenotazione intelligente», ma dalle parti di Bruxelles non sono d’accordo: chiedere denaro per mettersi in fila e rimanere in attesa dei controlli non è in linea con le norme che regolamentano le attività di frontiera di Schengen.L’attuale sistema estone, in vigore da alcuni anni, prevede una tassa per ogni autovettura in transito di 1,5 euro e una tariffa per lasciare la macchina in sosta di 3 euro. Questo permette a Tallinn di incassare ogni anno una cifra che oscilla tra i 2,5 e i 3 milioni di euro. Il sistema è attivo in tutti e tre i valichi di frontiera con la Russia: a Narva, Koidula e Luhamaa. Proprio sul confine russo, tra l’altro, l’Estonia sta programmando di costruire una netta linea di demarcazione con tanto di filo spinato, un progetto da alcune decine di milioni di euro.
La settimana scorsa la Commissione europea, come ha riportato il portale estone Err, ha chiesto ufficialmente all’Estonia di rivedere questo suo sistema di prenotazione e attesa in vigore sul confine orientale, sottolineando che le norme in materia sono piuttosto precise e che l’uscita da uno spazio Schengen non prevede pagamenti e restrizioni come quelle introdotte da Tallinn.
Janek Maggi, ministro estone della pubblica amministrazione sotto la cui giurisdizione ricade anche l’amministrazione delle guardie di frontiera, spera che l’Estonia possa ottenere un’eccezione. «Riteniamo che le nostre misure di gestione del traffico non rientrino nella giurisdizione delle frontiere Schengen», ha detto il politico, «suppogno abbiamo dato una diversa interpretazione ai principi normativi».
A proposito di confini, lo scorso anno 1.110 persone (928 nel 2017) sono state arrestate per aver tentato di entrare illegalmente in Estonia, 732 sono state intercettate ai posti di controllo di frontiere, 45 mentre tentavano un passaggio illegale del confine e 333 una volta già entrate nel paese. La maggior parte dei clandestini sono stati cittadini ucraini (345), a seguire 72 russi e 56 moldavi.