ItaliaOggi, 30 gennaio 2019
Diritto & Rovescio
L’on. Teresa Manzo, grillina di Castellammare di Stabia, ha tenuto alla Camera un vibrato discorso che aveva la stessa armonia di un gesso che stride sulla lavagna. Ha detto: «Vediamo in televisione e sui giornali un pupularsi di opinionisti». Poi ha aggiunto: «Se ne sono dovuti andare per poter trovare maggiore ricchezza e maggior dettaglio nel nostro paese». «Vogliamo togliere i giovani da quel divano che erano stati messi a parcheggio». «Non vedremo più politici che incassano il vitalizio a sbaffo». E resasi conto che con lo «sbaffo» aveva fatto gol (dal suo punto di vista, è ovvio) ha ripetuto la parola, mettendoci una effe in più, come nei film di Totò e dondolandosi compiaciuta sulle anche come faceva un tempo Mussolini. Non parlo di ideologia, sia chiaro, ma solo di ondeggiamenti tipo hula hoop. Stavo indignandomi contro l’eloquio dell’on. Manzo quando ho appreso che il professor Coletti dall’Accademia della Crusca (un ente che non ha a che fare con gli spaghetti ma che dovrebbe vigilare sul corretto uso della lingua italiana) ha autorizzato a dire «scendo il cane». C’è poco da ridere, l’on. Manzo, specie se venisse interrogata dal professor Coletti, passerebbe l’esame all’Accademia della Crusca. Alla grande.