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 2019  gennaio 29 Martedì calendario

Intervista a Frederick Forsyth: «Siamo stufi di Bruxelles»

Nello studio vetrato dove Frederick Forsyth plasma i suoi bestseller c’è il Daily Telegraph sulla scrivania, un quadro del Canal Grande di Venezia, la macchina da scrivere bianca, il cellulare sempre spento, tre piccoli Jack Russell terrier che dormono con lui e la moglie Sandy, una sfilata di foto da ex combattente nell’aeronautica, ex spia dell’MI6, ex giornalista Bbc e poi tantissimi coltelli, su ogni parete. «Non so perché mi è venuta questa passione delle lame, da quando andai in Africa…». Oltre ai machete, ci sono svariati libri. Molti suoi, in varie lingue, numerosi dizionari di lingua inglese e poi quasi tutti saggi storici: Pax Britannica di Jan Morris, Who dares wins ("La fortuna aiuta gli audaci") sulle forze speciali Sas, Marked for death di James Hamilton-Paterson sul conflitto aereo della Prima guerra mondiale, Russian roulette sulle ingerenze di Putin, Max Hastings… Almeno in apparenza, nessun romanzo, a parte i suoi.
L’80enne scrittore inglese, che ha venduto quasi 100 milioni di copie nel mondo, ora risiede in una villa di placida campagna nel Buckinghamshire, poco fuori Londra. Non è quella meravigliosa da 3,5 milioni di sterline che ha fatto parlare di sé tempo fa: «Qui non ci sono scale, oramai faccio fatica a muovermi». Forsyth giura che La volpe, il nuovo thriller appena arrivato in libreria per Mondadori (252 pp., euro 20), è il suo ultimo romanzo: «È stato molto faticoso e non ho più l’età». Sarà vero? Di sicuro, quest’opera non è stata agevole per Forsyth perché il protagonista è un hacker adolescente, Luke Jennings che, come il vero alter ego scozzese Gary McKinnon, si intrufola nella Cia e nel Pentagono, rischia il carcere, ma poi viene graziato per scardinare in cambio i segreti dei nemici dell’Occidente, leggi Iran e Corea del Nord: «Ne sapevo poco, mi sono fatto aiutare da esperti», racconta il padre de Il Giorno dello sciacallo, «la guerra informatica è un mondo senza regole né confini».
Questo, Forsyth, cambierà il nuovo ordine mondiale?
«Siamo in una nuova guerra fredda, ma diversa rispetto alla precedente, sia per il potenziale nucleare di Iran e Corea del Nord — alleati di Mosca — ma anche per un’inedita agilità della Russia, vedi in Siria dove ha ribaltato la guerra. Ma, al di là dei tanti casi "materiali" come Skripal e in Crimea, la destabilizzazione è fatta anche di fake news».
Che sembrano inarrestabili.
«Purtroppo le fake news nascono dal fatto che ognuno può dire qualsiasi cosa online, così le élite e la classe politica vengono denigrate giorno dopo giorno: la percezione ora è che siano tutti disonesti. Da qui nascono i nuovi populismi, che oramai rendono i Paesi ingovernabili».
Lei è un vecchio conservatore euroscettico, dopo il caos che sta vivendo il Regno Unito sostiene ancora la Brexit?
«Abbiamo votato per uscire e ora dobbiamo abbandonare l’Ue a ogni costo. Siamo stufi di essere comandati dai fat cats di Bruxelles ("i gatti grassi", termine dispregiativo in inglese, ndr) come Juncker, mai eletti da nessuno e che si sono appropriati del Regno Unito».
Non crede di esagerare?
«No. L’Europa da noi semplicemente non funziona. Io e tutti gli altri che hanno votato "Leave" rivogliamo indietro il nostro Paese. Ma Barnier e tutti gli altri vogliono punirci per questo, e il prezzo da pagare, per loro, è la nostra sovranità sull’Irlanda del Nord».
Quindi lei rischierebbe anche un "No Deal", cioè nessun accordo con l’Ue, con conseguenze forse catastrofiche per il Regno Unito e il ritorno di un confine "duro" tra le due Irlande?
«E lei crede davvero a questo? Non ci metteranno paura. Sono certo che con un No Deal ce la caveremmo. E il backstop (il regime speciale per l’Irlanda del Nord in una sorta di mercato unico Ue fino a quando non si troverà una soluzione per il confine, ndr) si può aggirare facilmente con i controlli tecnologici alla frontiera».
Magari fosse così semplice.
«Invece lo è. Il confine è un falso problema, un pretesto dell’Europa. E poi oltre cento Paesi nel mondo regolano il commercio in base alle regole del Wto, cosa cambierebbe per noi? Siamo la quinta economia del mondo, a Londra c’è quasi tutta la finanza europea».
E se invece scappassero tutti?
«È colpa dei pochi preparativi del governo May per il No Deal sinora, una mossa studiata per minacciare il caos e far passare il suo piano. L’establishment è con lei, ma il popolo no. Abbiamo votato la Brexit, basta, questo è il risultato: il 29 marzo saremo fuori. Senza un altro referendum. E a tutti quelli che provano a ostacolarci, dico: Fuck off! », e Forsyth alza il dito medio verso il cielo nella stanza.