il Giornale, 28 gennaio 2019
Il funerale? C’è anche low cost
Organizzare un funerale può essere complicato. Soprattutto perché non si è mai abbastanza preparati alla perdita di una persona cara. Per questo serve sapere prima a chi rivolgersi e di chi ci si può fidare.
Innanzitutto, per organizzare un funerale servono alcuni documenti. In primis, la denuncia di morte, da presentare entro 24 ore al Comune dove è avvenuto il decesso. Se la morte è stata in ospedale, allora sarà la struttura sanitaria a fornire la documentazione per la denuncia in Comune. Mentre se la persona è morta in casa, occorre chiamare il medico di famiglia, o la guardia medica, per constatare il decesso e produrre i documenti necessari alla denuncia. Il Comune, successivamente, invierà un suo medico a confermare il decesso. Servono poi le autorizzazioni: per il trasporto della salma, la tumulazione, inumazione o cremazione. Ma questo genere di pratiche, di solito, sono sbrigate dall’impresa di pompe funebri, così come la denuncia formale del decesso.
I costi da sostenere dipendono dal tipo di servizio: anche per un funerale esistono gli «optional». Si può arrivare a cifre molto elevate. In base ai dati forniti dal Codacons, il costo medio di un funerale in Italia è prossimo ai 4.500 euro, escluso l’acquisto di un loculo. Girando per la rete, si trovano tuttavia anche prezzi intorno ai mille euro, escluse le tasse e i servizi cimiteriali. Si parla di pacchetti completi: feretro, trasporto, inumazione e adempimenti burocratici. Ma attenzione, ci sono alcune limitazioni legate per esempio al trasporto e al tipo di sepoltura. Chi sceglie i servizi low cost, quindi, deve fare attenzione a cosa è compreso e confrontarlo, se possibile, con i preventivi di altre pompe funebri.
Esiste anche una terza opzione: i comuni prevedono un servizio funerario convenzionato. Per esempio, a Milano il prezzo è fissato a 1.441,01 euro. E comprende un servizio completo: tavolino e coccarda, feretro in legno d’abete con le imbottiture, deposizione del defunto nel cofano, trasporto al luogo del funerale e poi al cimitero o al crematorio di Lambrate. Per verificare se il proprio comune di residenza ha un servizio analogo, il consiglio è controllare sul sito istituzionale o telefonare al centralino e chiedere informazioni.
Per la sepoltura ci sono tre opzioni: inumazione, tumulazione e cremazione. L’inumazione è la sepoltura nel terreno: si acquista una concessione al Comune che di solito ha un costo di alcune centinaia di euro. La tumulazione, invece, consiste nel deporre il feretro in un loculo o in una tomba di famiglia. I costi delle concessioni, come per le altre soluzioni, variano da Comune a Comune. Ma siamo nell’ordine delle migliaia di euro. La terza opzione è la cremazione: ottenuta l’autorizzazione in Comune, si può portare il feretro in un forno crematorio comunale o privato. Il costo va, indicativamente, dai 300 ai 600 euro. Ma come funziona per le ceneri? Possono essere tumulate. E, in base alla legge numero 130 del 30 Marzo 2001, possono essere anche disperse, ma la pratica deve essere autorizzata dal Comune. Il quale darà l’ok in presenza di un testamento olografo o dell’adesione a un’associazione che si occupa di eseguire le volontà dei propri associati dopo la cremazione. La dispersione può avvenire in natura o in aree apposite, ma in ogni caso non nei centri abitati. C’è la possibilità, inoltre, di richiedere per iscritto al Comune la conservazione delle ceneri in casa: si ottiene il permesso allegando un testamento o un altro atto in cui emerge la volontà del defunto. O, comunque, la volontà del coniuge o del parente più prossimo. Va però tenuto presente che custodire un’urna cineraria in casa comporta degli obblighi per la sua corretta conservazione.