Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  gennaio 28 Lunedì calendario

In Italia 85mila anziani al volante

Un paio di settimane fa, il principe Filippo, marito della regina Elisabetta, è uscito dall’auto illeso dopo essersi scontrato con un altro veicolo e aver fatto ribaltare la sua Range Rover. Cose che succedono quando i riflessi non sono più come quelli di una volta. Il principe infatti guida ancora a 97 anni. E può sembrare un record. Ma se spulciamo negli archivi della Motorizzazione del Ministero dei Trasporti italiana c’è da sgranare gli occhi dalla sorpresa.
Il principe è ancora un ragazzino dinnanzi ai nostri «grandi vecchi» al volante. Abbiamo circa un centinaio di ultracentenari che ancora scorrazzano per le strade con le quattroruote, confermano al Ministero, di cui sette a Milano, Roma e Bologna, quattro a Firenze e Latina, tre a Modena. Gli altri 68 sono sparpagliati in vari paesi dello Stivale.
Probabilmente, però, il record della longevità al volante va assegnata al modenese Giuseppe Predieri, benevolmente chiamato «nonno Peppino» dagli abitanti di Monteombraro, paese sull’appennino modenese tra Modena e Bologna, a cui è stata rinnovata la patente fino al 2020.
Giuseppe vede e sente bene, è autosufficiente, cammina senza bastone e, soprattutto, guida in maniera idonea e sicura. Dopo una vita di lavoro come carabiniere e macellaio, ama coltivare il suo orto e suona la grancassa nella banda del paese. É tifoso del Bologna, ma adesso che la sua squadra non fa troppi gol, si rifiuta di seguire le partite perché altrimenti «si sente male al cuore». Peppino in 70 anni di guida, non ha mai avuto aumenti del premio assicurativo perché non ha mai fatto un incidente. Per questo versa solo 250 euro all’anno.
Ma è un’eccezione. I più giovani, gli ultranovantenni, versano circa 500 euro per vecchie utilitarie. Come il novantaquattrenne Mario Montali, che vive ad Anzio, patentato dal ’60 e guida una Lancia Y. «Devo rifare la patente in aprile, ma me la rinnoveranno per solo un anno racconta – Io però mi sento in forma, mi ricordo il mio codice fiscale a memoria e non solo quello. Anche quello che aveva mia moglie, il mio cellulare, il codice del bancomat. Insomma la memoria è buona». E i riflessi? «Non saranno quelli che avevo a vent’anni, ma sopperisco con l’esperienza e la prudenza. L’altra settimana una signorina guidava una Smart e non ha rispettato uno stop. Io stavo arrivando dalla strada laterale ho bloccato l’auto di colpo. Ma secondo i miei figli non dovrei guidare e così mi tocca uscire accompagnato dalla badante. Se potessi però farei anche 700 chilometri per tornare al mio paese d’origine. Guidare mi fa star bene».
Sono in gamba i nonni al volante. E sono tanti. Secondo gli ultimi dati del Ministero dei Trasporti si contano circa 85 mila ultranovantenni patentati. Più di un milione sono invece gli automobilisti che hanno tra gli 80 e gli 84 anni e oltre 393 mila quelli tra gli 85 e gli 89 anni.
Un numero in continuo aumento visto che l’età media della popolazione automobilistica si aggira attorno ai 54 anni.
Le città dove circolano di più i nonni a quattro ruote sono Roma e Milano, seguite da Torino, Bologna, Firenze e Genova. A livello regionale, però l’Emilia Romagna detiene il primato dei patentati over 90 sul totale di quelli abilitati dalla guida, seguita da Liguria e Toscana. Tra le regioni in cui la percentuale di ultranovantenni alla guida è molto bassa, invece, spicca la Sardegna: nonostante la longevità, i sardi sembrano rinunciare presto alla patente. Quella con meno automobilisti anziani alla guida è però la Valle d’Aosta, che ne conta solo 160, preceduta da Molise e Basilicata.