Marco Giusti per Dagospia, 27 gennaio 2019
IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – SE NE VA DUSAN MAKAVEJEV, UNO DEI REGISTI PIÙ CENSURATI, CONTROCORRENTE, AMATI/ODIATI DEL MONDO. OGGI, NEGLI ANNI DEL #METOO, UN FILM COME SWEET MOVIE, CHE UNIVA SESSO, MARXISMO, COPROFILIA, PEDOFILIA, PERFINO LE FOSSE DI KATYN, NEANCHE SI POTREBBE PENSARE. ANCHE SE, ANCHE ALLORA, LE COSE NON ANDARONO COSÌ LISCE – NON SMISE MAI DI PENSARE IN GRANDE, DI RILEGGERE LA STORIA CON SPIRITO BEFFARDO E RIVOLUZIONARIO – VIDEO -
Se ne va uno dei registi più censurati, più controcorrente, più amati/odiati del mondo. Dusan Makavejev, 87 anni, l’autore di un capolavoro dell’eccesso come Sweet Movie, di Montenegro Tango, Verginità indifesa, di W.R. o I misteri dell’organismo, dedicato alle teorie del sessuologo Wilhem Reich. Cose dell’altro secolo.
Oggi, negli anni del #metoo, un film come Sweet Movie, che univa sesso, marxismo, coprofilia, pedofilia, perfino le fosse di Katyn, neanche si potrebbe pensare. Anche se, anche allora, le cose non andarono così lisce, visto che una delle protagoniste, la meravigliosa Carole Laure, che interpretava Miss Canada, la ragazza più vergine del mondo, offerta al pene dorato di Mister Kapital, poi unita in un coito difficilmente staccabile con Sami Frey sotto la Torre Eiffel, a un certo punto scappò dal set lasciando il regista nei guai, mentre la coprotagonista, la polacca Anna Prucnal, grande attrice teatrale, non riuscì più a tornare in patria per lo scandalo del suo ruolo di pedofila e assassina.
Senza parlare dell’immagine favolosa del marinaio di Pierre Clementi, Potemkin, che attraversa i canali di Rotterdam su un barcone che ha come carena il faccione gigante di legno di Karl Marx. Film adorato da Pier Paolo Pasolini, che ne curò la versione italiana e scrisse con Dacia Maraini i testi della canzone del film sulla musica di Manos Hadidakis, interpretata da Danile Davoli. Makavejev, nato a Belgrado nel 1932, fin dai suoi primissimi film in patria, Un affare di cuore, W.R o I misteri dell’organismo, aveva cercato di unire al suo cinema ultra-nouvelle vague, estremamente godardiano, le teorie reichiane, junghiane, con tanto di frecciate anti-comuniste nella Jugoslavia di Tito.
Cosa che gli procurò, alla fine degli anni ’60, la cacciata dal paese. Finì in Canada, dove girò parte del suo capolavoro, Sweet Movie, chiamando appunto Carole Laure, allora giovanissima, come protagonista. Ma proprio una scena dove doveva recitare nuda alle prese con un pene d’oro, la spinse a mollare il film. Al punto che Makavejev si inevntò un’altra storia che inglobasse la parte di film già girata.
Sweet Movie, coi suoi eccessi di sesso di politica anticonformista e di zuccheri, Carole Laure che fa il bagno nella cioccolata, Pierre Clementi dentro lo zucchero, venne massacrato dalle censure di mezzo mondo. In Italia non venne toccato, grazie soprattutto all’appoggio di Pier Paolo Pasolini, ma in altri paesi non ebbe vita facile.
E non piacque a tutti neanche il suo anticomunismo e antimarxismo, al punto che i Cahiérs lo attaccarono. Makavejev seguitò col suo cinema, girò perfino un episodio, Politfuck, nel curiosissimo Wet Dreams, film a episodi prodotto in Olanda che vanta tra i registi anche Nicholas Ray e Lasse Braun, mentre ebbe successo internazionale con Montenegro Tango e Coca Cola Kid, satira del capitalismo americano, girato in Australia. Non ebbe, ovviamente vita facile, anche perché inseguiva progetti più o meno assurdi. Ricordiamo Manifesto, Gorilla Baths at Noons, A Hole in the Soul, il suo ultimo film.
Non smise mai di pensare in grande, di rileggere la storia del proprio paese e delle grandi ideologie europee con spirito beffardo e rivoluzionario. Scomodo lo fu di certo, ma ogni volta che rivedo Sweet Movie, confesso, che ci ricasco. E’ ancora un film meraviglioso.