ItaliaOggi, 26 gennaio 2019
Grosseto, spento l’inceneritore
Tocca agli inceneritori. Dopo la battaglia contro le trivelle, col ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che ha ribadito il suo no alle perforazioni in mare aprendo uno scontro nel governo tra Lega e M5s, l’esponente dell’area pentastellata si è detto «fermamente contrario» anche ai termovalorizzatori. Proprio nei giorni in cui il Consiglio di stato, con una sentenza, ha bloccato la riapertura di un impianto nella provincia toscana di Grosseto. Per la soddisfazione dei sindaci dei comuni interessati e delle associazioni ambientaliste.L’inceneritore si trova a Scarlino, un centro del Grossetano di circa 4 mila abitanti. In passato, in seguito a problemi relativi alle emissioni, il termovalorizzatore, che dal 2015 è gestito dalla società Scarlino Energia, è stato più volte chiuso. Lo scorso luglio era stata la Regione Toscana presieduta da Enrico Rossi, in quota Mdp, ad autorizzare il riavvio dell’impianto. Le amministrazioni di Scarlino e Follonica, però, si erano opposte. E avevano presentato ricorso.
Il Consiglio di stato ha analizzato punto per punto il provvedimento dei comuni. E ne ha accolti quattro su cinque. «È fondato il primo motivo di impugnazione, concernente le lacune e le criticità dell’impianto», hanno scritto i giudici nella sentenza prima di aggiungere che dai documenti versati agli atti del giudizio «risultano puntualmente elencati e descritti i limiti e le lacune in cui sarebbe incorsa l’amministrazione regionale nel non voler verificare le contraddizioni intrinseche evidenziate nell’istruttoria sugli aspetti tecnici dell’impianto».
Tempo fa, gli ambientalisti avevano lanciato una petizione per la chiusura del termovalorizzatore che aveva raccolto migliaia di adesioni. Secondo Legambiente, era «insostenibile e del tutto incompatibile con lo sviluppo ambientale e turistico della Maremma la riapertura dell’inceneritore di Scarlino, un impianto obsoleto che, tra le altre cose, diventerebbe il punto di riferimento per lo smaltimento dei rifiuti di altre aree della Toscana».
«Hanno vinto i cittadini», ha spiegato il sindaco di Scarlino, Marcello Stella, eletto nel 2014 con una lista civica. «Avevamo ragione noi a sollevare preoccupazioni sulla sicurezza e sulle anomalie di quell’impianto». Secondo il primo cittadino di Follonica, Andrea Benini, in carica da cinque anni col sostegno del Pd, «è un impianto vecchio, degli anni 60, che presentava diverse anomalie di funzionamento. Servivano da parte della Regione Toscana una maggiore cautela e attenzione nel rilasciare il permesso di riaccensione».
Scarlino Energia, con una nota pubblicata dall’edizione locale della Nazione, ha espresso rammarico per la sentenza del Consiglio di stato. «Il dispositivo parrebbe netto e perentorio e comporta in ogni caso uno sforzo enorme da parte del management e dei soci per valutarne tutte le conseguenze, sia sul piano economico, sia su quello occupazionale», hanno sottolineato i vertici dell’azienda.
«Da anni si sono riempite le pagine dei giornali con proclami sulla necessità di trovare soluzioni alternative all’incenerimento, ma a oggi non solo non è stata posata alcuna prima pietra, ma non è dato sapere neppure il chi, il dove, il come, il quando e il quanto. Con le parole i nostri dipendenti non mangiano. E i rifiuti non spariscono».