Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  gennaio 27 Domenica calendario

Massimo Boldi e la figlia Marta

Marta Boldi è la figlia minore di Massimo. Ha 29 anni, un viso aperto e un’energia vitale che la porta a viaggiare continuamente: «Fosse per me, vivrei in aereo». I suoi idoli viventi sono due: il padre e Johnny Depp. Boldi la guarda per capire se sta dicendo sul serio: «Sì, papà, non è un’idea meravigliosa per il tuo Cipollino?». Padre e figlia sono nello studio della grande casa di famiglia, a Basiglio, a sud di Milano. 
Al piano di sotto, c’è una vera e propria sala cinematografica con 15 posti: «Quando ero piccola, per farmi stare buona, papà mi faceva vedere su grande schermo Il Mago di Oz e io smettevo subito di piangere». «Negli anni, ho collezionato quasi 1000 pellicole in 35 millimetri, i più grandi titoli della storia del cinema italiano, che ho donato alla Cineteca di Milano» racconta Massimo Boldi, 74 anni, padre di Micaela (45 anni), Manuela (38 anni) e Marta, nate dal suo matrimonio con Marisa Selo, morta a soli 46 anni nel 2004. Di quel lutto precoce e traumatico ha parlato spesso, ma le parole più autentiche le ha trovate proprio assieme a sua figlia Marta, con cui ha firmato Le mie tre vite, l’autobiografia di Massimo Boldi pubblicata nel 2016 (Piemme). 
LA MAZZATA
«È stato pesante scrivere della morte di mia madre attraverso il racconto di mio padre, infatti quel capitolo l’ho lasciato per ultimo, sapevo che sarebbe stata una mazzata. D’altro canto, per scrivere devi un po’ sanguinare. Quando mia madre è morta avevo 14 anni» confessa Marta, che, dopo aver studiato canto per musical tra New York e Londra, sta ora frequentando a Milano un master come sceneggiatrice e produttrice di cinema. «Papà ha lasciato che quel capitolo lo scrivessi interamente io, ma poi ha aggiunto un paragrafo finale che ci ha fatto piangere». Rileggiamo le ultime righe: «Marisa non ha avuto la vittoria sulla malattia, ma il suo immenso e infinito amore per noi in qualche maniera le ha comunque dato modo di vincere sopravvivendo alla sua morte». C’è un momento di commozione che trova riparo in un breve silenzio. 
«È mancata troppo presto. Anche se io ero un uomo adulto, allora avevo 59 anni, non mi rassegnavo all’idea di perderla. Però dovevo essere forte. Marisa aveva già avuto un cancro dieci anni prima, e quando è ritornato, i medici mi hanno detto che stavolta non c’era niente da fare. Ho dovuto continuare a lavorare e tenere il segreto con le mie figlie fino agli ultimi giorni. La cosa più difficile è stato proprio comunicarlo a Marta, che era la piccolina di casa». Marta associa immediatamente il film Natale in India a quel periodo tragico. «Però non è l’unico film di papà che non amo. Neanche Natale a Miami mi è mai piaciuto». Invece va letteralmente pazza per Vacanze di Natale 95. 
Il fanatismo adolescenziale di Cristiana Capotondi (che nel film interpreta il personaggio della figlia di Boldi) per Luke Perry si confonde con il suo per Depp. Per darci una prova del suo vero amore, ci mostra il braccio sinistro con il tatuaggio della firma di Johnny Depp. «A luglio dell’anno scorso, sono andata a Zurigo per vederlo da vicino al concerto con gli Hollywood Vampires. Trovarmelo davanti è stata una cosa sconvolgente! Ma quante ore abbiamo per parlare di lui?». Il padre commenta rassegnato: «È una cosa completamente folle». E a proposito di cose folli, come reagisce Marta tutte le volte che il padre viene fotografato con ragazze della sua stessa età? «Io ci rido, lo prendo in giro. Quando è a casa da solo il sabato sera, cosa che accade raramente, gli chiedo se per caso vuole uscire con me e le mie amiche, tanto la compagnia è la stessa». «Però voglio dire una cosa che non ho mai detto a nessuno» interviene il padre. «Io mi attornio di fanciulle perché non ho mai pensato che un’altra donna potesse veramente prendere il posto di Marisa». Neanche con Loredana De Nardis, con cui ha avuto una relazione durata quasi 14 anni? «Neanche lei poteva prendere il posto di Marisa». Sembrerebbe però aver lasciato una ferita. «È stata una mazzata, ma una cosa è perdere la donna della propria vita perché muore di cancro a 46 anni, un’altra è sapere che la tua fidanzata sta nel mondo felice con un altro». 
Attualmente Boldi frequenta tre amiche molto speciali, si chiamano Arianna, Elena e Morena. Una sera, poco prima che uscisse nelle sale Amici come prima, ha dato appuntamento a tutte e tre in un ristorante di Milano. «Ovviamente nessuna sapeva dell’altra. Io sono arrivato alla fine. All’inizio erano arrabbiate, poi ci siamo messi tutti a ridere». Prima di organizzare questo scherzo atroce, Boldi ha cercato persino la complicità delle figlie. «Ci ha mandato un whatsapp per dirci cosa stava combinando». Quindi Boldi sarebbe convinto, come lo scrittore francese Jann Moix, dell’invisibilità delle donne di 50 anni e che gli unici corpi desiderabili siano invece quelli delle ventenni? «Non lo penso assolutamente. Ci sono tante donne bellissime, profumate, intelligenti, di 60 anni. Ma io morirò accanto a una ragazza giovane. Come tutti i comici. Charlie Chaplin, Totò, e anche Woody Allen alla fine hanno fatto questa scelta. Dentro io mi sento un trentenne. E poi non ci posso fare niente se sono l’idolo delle donne!». 

IL COLLEGIO
Scusi, ma come se lo spiega? «E lo sa che me lo chiedo anche io? Mi fermano pure per strada! Credo di portare il buonumore nella vita delle persone». Avere un padre che fa il comico non è però una cosa che si accetta facilmente. «Io ho frequentato una scuola americana, e lì a nessuno importava di chi fossi figlia. Però quando, dopo la caduta delle Torri Gemelli a New York l’11 settembre del 2001, mio padre volle spostarmi in un collegio italiano, il San Carlo, ecco lì cominciai a capire che non tutti apprezzavano i film di papà». 
«Il problema vero fu per Micaela, che è nata nel 1974. Io allora facevo il batterista, cominciavo a fare i primi passi nel cabaret, al cinema solo piccole partecipazioni. Il benessere è venuto dopo. Un giorno mia figlia mi scrive una letterina che credo di avere ancora da qualche parte, in cui si dice delusa e dispiaciuta per avere un papà che fa lo scemo. I suoi compagni delle elementari furono spietati con lei. La trattarono come la figlia di un buffone». L’ultima avventura cinematografica di Massimo Boldi, che lo ha visto riavvicinarsi a Christian De Sica dopo 13 anni, ha messo però d’accordo tutta la famiglia. «Amici come prima è un film che io e le mie sorelle abbiamo amato moltissimo dice Marta», che ha potuto frequentare anche il set. «E poi sono felice che Christian De Sica sia tornato nella nostra vita. Con lui condivido la passione per il musical. Ne parliamo ore e ore». 

LA CARRIERA
Marta sogna di vivere a New York. «Io mi auguro soltanto che trovi una persona con cui condividere la vita, e poi che vadano dove vogliono. Non mi piace immaginarla da sola in America» commenta Boldi. Non per questo l’ha scoraggiata dall’intraprendere una carriera artistica: «Lei ha talento, ma i figli d’arte possono finire sotto osservazione più degli altri. Si rischia di non essere presi sul serio». Cosa aspettarsi per il futuro, cosa chiedere? Il padre vorrebbe «fermare il tempo». La figlia si augura invece di «prendere presto una strada artistica precisa, diversa da quella di papà, ma seguendo il suo esempio di vita».