Libero, 26 gennaio 2019
I sonnambuli combinano solo guai
Nel 1980, a un uomo, di notte, venne in mente di andare a pescare. Prese la sua attrezzatura e camminò fino alla spiaggia. Poi, decise di entrare nel mare. Tutto questo, però, l’aveva fatto nel sonno, occhi chiusi e un corpo deambulante che quasi non era il suo. Così, successe che aprì gli occhi e si ritrovò con l’acqua che gli raggiungeva il petto e degli squali che gli nuotavano intorno. Riuscì a salvarsi. C’è anche la storia di Leslie Cusack, 55 anni: era il 2013 quando si accorse che giorno dopo giorno, quando si pesava, la bilancia segnava qualche etto in più. Non sapeva spiegarsi perché: dopo molte analisi si scoprì che durante la notte la donna mangiava tutto quel che le capitava davanti, mangiava tanto che poteva buttar giù fino a 2500 calorie di cibo, e cucinava pure. Ogni tanto le è pure capitato di ingerire vaselina e detersivo. È tutt’ora in cura. Uno dei casi più famosi è anche il più turpe, quel Kenneth Parks che, nel 1987, guidò per oltre venti chilometri, arrivò alla casa della suocera, la uccise accoltellandola a morte e ferì gravemente il suocero. Poi si presentò alla stazione di polizia più vicina: «Credo di aver ucciso delle persone», disse. L’uomo è stato dichiarato innocente solo nel 2010, per il fatto avvenuto 23 anni prima. Assolto per assenza sia di movente, sia di alibi. Questi tre soggetti sono stati definiti sonnambuli, un disturbo del sonno che si manifesta soprattutto in età evolutiva (nei bambini tra gli otto e gli undici anni) e che porta chi ne soffre a compiere movimenti o azioni, a volte anche complesse, senza averne coscienza. «È un fenomeno che si verifica nella fase di massima profondità del sonno, ovvero nelle prime due o tre ore», spiega il professore Luigi Ferini Strambi, neurologo e primario del Centro di Medicina del Sonno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, «Questa fase viene chiamata “Stadio 3 Non Rem”, ed è uno stato in cui il cervello è in una condizione di ipometabolismo (metabolismo ridotto, ndr). Per questo se il soggetto sonnambulo viene svegliato, egli è confuso, non orientato e può avere reazioni violente, perché non si rende conto di chi ha davanti».Verrebbe da pensare che i sonnambuli, quindi, siano un pericolo pubblico, visto che negli ultimi anni i casi di omicidio in cui l’imputato è stato poi dichiarato innocente sono molti – l’ultimo è accaduto in Galles, nel 2009: un uomo, Brian Thomas, ha strangolato la moglie mentre erano in vacanza in camper. La donna non era solita dormire con il marito proprio a causa degli episodi di sonnambulismo che l’uomo aveva di frequente e di cui soffriva da quando era bambino. «Alla giuria fu spiegato che il disturbo del sonno di Thomas ha fatto sì che si trovasse in uno stato di “automatismo”, scrive il quotidiano britannico Guardian, «la sua mente non aveva il controllo del suo corpo». «È un filone sul quale molti avvocati, soprattutto americani, hanno appoggiato le loro arringhe negli ultimi anni», dice ancora Ferini Strambi, «e spesso è stato vincente. In verità, rimane il sonnambulismo dell’adulto un fenomeno abbastanza raro, come quello della sexsonnia». Quest’ultima è un caso particolare di sonnambulismo in cui le persone compiono atti sessuali durante il sonno, senza esserne consapevoli e quindi senza registrarne il ricordo da svegli. Anche in questo caso, c’è un episodio: nel 2007 una giuria inglese dichiarò innocente un militare della Royal Air Force, Kenneth Ecott, che era stato accusato di stupro durante una festa, da parte di una ragazza. Il tribunale giudicò che il cervello dell’uomo fosse in uno stato di “automatismo” e quindi incapace di intendere e di volere.
Nel sonno, c’è anche chi si spoglia e poi scende nudo della lounge di un albergo senza saperlo, chi suona il pianoforte, chi dipinge (come nel caso di Lee Hadwin, pittore del Galles del Nord che da sveglio non sa tenere in mano un pennello). Tutti episodi che fanno ridere, ma c’è un aspetto a cui fare attenzione: «Se il soggetto ha comportamenti motori in fase REM non si tratta di sonnambulismo ma di “disturbo comportamentale in sonno REM”. Normalmente, durante il sonno REM, ovvero quando sogniamo (e quindi soprattutto nelle ultime due-tre ore di sonno), abbiamo una sorta di paralisi muscolare», spiega il professore, «ci sono invece soggetti che si agitano nel letto, compiono movimenti inconsueti e in genere violenti: è come se vivessero un sogno in cui cercano di difendersi da qualcuno. Questo disturbo del sonno può essere la spia di patologie neurodegenerative, come il Parkinson e la demenza a corpi di Lewy. Comunque, quando un soggetto adulto ha comportamenti motori strani durante il sonno, può essere indicato un esame poligrafico notturno».