la Repubblica, 26 gennaio 2019
La cosmesi di lusso ora è in Cina
Potrà suonare strano a qualcuno, ma entro cinque anni molti profumi e belletti di qualità, fra i più costosi, saranno made in China. Saranno innovativi, biologici, vegani e conterranno tutta la tradizione più antica mutuata dalla medicina tradizionale cinese. Si potranno perfino mangiare da quanto saranno raffinati e puri. Che i trend beauty arrivino da est è noto e fino ad oggi l’occidente ha guardato alla bellezza koreana e ai riti estetici made in Japan. A loro ci siamo ispirati nel provare cosmetici sinonimo di innovazione coniugata con riti e ingredienti secolari. Adesso però si attende la Cina dove si sta assistendo ad una vera e propria rivoluzione che cambierà gli equilibri industriali mondiali nel campo della cosmetica sia a livello di produzione che di mercato, locale e globale. Già si riconoscono marchi emergenti cinesi doc, capitanati dal brand avant- garde ( il primo ad essere venduto nelle catene Sephora cinesi) Marie Dalgar, fondato dalla make- up artist Cui Xiaohong con il sogno, dichiara lei stessa, di aiutare le donne cinesi a trovare la loro bellezza unica. Seguono Beast, Scent Library, Home-FacialPro, che fanno della qualità e del lusso il loro punto di forza e vendono soprattutto online. A questi ne seguiranno altri che puntano a coniugare la modernità e l’innovazione con la riscoperta dell’eredità culturale dell’intero paese.
Anticipa il fenomeno una corposa indagine a cura di Beautystreams, company parigina specializzata in tendenze cosmetiche mondiali. I nuovi prodotti di bellezza, che contengono erbe e fiori usati da secoli anche nell’ambito alimentare ( così naturali che potresti mangiarli, recitano gli spot cinesi), stanno ridisegnando una nuova immagine del ‘made in China’. Si rivolgono, in primis, ai nuovi giovani consumatori benestanti cinesi, e poi al resto del mondo. «Il governo cinese ha intrapreso un ambizioso progetto per finanziare la crescita dell’innovazione, della ricerca e della qualità in dieci diversi settori industriali, che includono ad esempio l’intelligenza artificiale, la tecnologia e la stessa cosmetica, per aumentare la credibilità del mercato cinese ed esportare eccellenza. Ci si aspetta quindi una nuova grande competizione cinese a livello manifatturiero mondiale – anticipa Michael Nolte, direttore creativo Beautystreams e autore del report.
«I consumatori cinesi stanno cambiando rapidamente e in particolare i giovanissimi, benestanti, preferiscono prodotti di bellezza costosi perché li ritengono migliori. Però al lusso occidentale, rinomato nel mondo, ora preferiscono il made in China. I nati dal 1990 in poi, infatti, vivono una nuova forma di patriottismo, il 93 per cento è fiero di essere cinese e l’ 81 per cento preferisce vivere lì. Ci si aspetta perciò che le vendite di prodotti di bellezza e personal care in L’attrice Lin Yun è una delle otto beauty blogger più influenti della Cina. Tra i suoi post, consigli per il make up e per la cura della pelle questo paese raggiungeranno i 62 miliardi di dollari nel 2020».
Succede così che alla Cina non fa più solo gola l’Italia, dove corteggia i nostri marchi storici della cosmesi per acquisirli, ora pensa a migliorare la sua produzione di cosmetici tanto che il polo manifatturiero di prodotti e packaging dell’area di Hangzhou è grande quanto una città. La Cina punta a prodotti di bellezza ad alta tecnologia e si moltiplicano i progetti di ricerca e la creazione di start- up in ambito della ricerca delle cellule staminali e della genetica applicata alla dermatologia, insieme alla messa a punto di cosmetici biologici e vegani. Su questo aspetto si potrebbe obiettare che la Cina è il paese più inquinato al mondo ma sembrano esserci ancora zone con livelli di smog entro limiti accettabili che il governo sta tutelando piantumando foreste e favorendo uno sviluppo ecologico, come succede nelle isole JuJu e Hainan, ricche di vegetazione e fiori. Proprio qui si coltivano le erbe e i fiori autoctoni tipici della medicina olistica cinese per farne principi attivi di bellezza puri, di elevata qualità ed efficaci soprattutto nel mantenere la pelle giovane più a lungo e bloccare le aggressioni ambientali, incluso lo smog.
Precisa Lan Vu, CEO di Beautystreams: «Il paese cresce di più fra i mercati mondiali, la classe media cinese aumenta così come l’appetito per tutti i beni di consumo, in particolare verso i marchi di bellezza. In Cina, l’innovazione sta correndo, E lo stesso vale per i consumi. Le ragazze cinesi fino ad oggi hanno seguito i trend del lusso dei principali brand occidentali ma da followers si stanno trasformando in influencer».
C’era una volta il cosmetico cinese, prodotto in modo simile ai nostri ma molto più economico. Lo guardavamo con sufficienza, forse, giudicandolo una copia, un tarocco. Adesso siamo di fronte ad un cambiamento epocale che mescola le carte. Secondo il report, per vederne gli effetti, ci vorrano solo cinque anni.