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 2019  gennaio 24 Giovedì calendario

La Tav in Veneto rischia di finire in tribunale

Dalla Tav al Tar. «Restiamo con la speranza che si dia il via libera ai lavori. Se così non fosse, si va davanti a un giudice». I costruttori della linea dell’alta velocità del Veneto, da Brescia a Padova via Verona, aspettano un segnale dal governo. Possibilmente positivo. Al contrario, se lo stop ai cantieri dovesse arrivare fuori tempo massimo, si dicono pronti a portare il caso in tribunale. Con il costo della causa che potrebbe arrivare a 800 milioni di euro, la metà degli 1,6 miliardi di investimento per il completamento dell’opera.Il progetto della linea del Nordest è stato affidato al consorzio Cepav Due, che la scorsa estate ha firmato il contratto per il primo lotto della Brescia-Padova con Rfi, la Rete ferroviaria italiana partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato. I cantieri, però, non sono ancora partiti. I lavori, al momento, riguardano solo le procedure di esproprio e l’ultimazione del progetto esecutivo. La posizione dell’ala pentastellata dell’esecutivo di Giuseppe Conte, che subordina le grandi infrastrutture all’analisi tra costi e benefici, ha creato una situazione di stallo e incertezza anche in Veneto.
Tra i costruttori della Brescia-Padova ci sono il gruppo Icm, che riunisce società finanziarie e industriali nel settore delle costruzioni, e Pizzarotti Italia, azienda specializzata nelle grandi opere pubbliche e infrastrutturali. Rispettivamente, Icm e Pizzarotti detengono il 13% e il 27% di Cepav Due, il consorzio guidato a sua volta da Saipem. «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione in merito a una revisione del progetto, né tanto meno una comunicazione sull’avvio dell’analisi tra costi e benefici», ha spiegato l’amministratore delegato di Pizzarotti, Corrado Bianchi.
All’inizio di novembre, il M5s, che in Veneto è all’opposizione del governatore leghista Luca Zaia, aveva annunciato una possibile revisione del progetto della Brescia-Padova. Sinora, dal ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, non è arrivato alcuno stop ufficiale alla Tav del Nordest. «L’analisi tra costi e benefici sulla Tav Brescia-Verona arriverà a breve», ha annunciato Toninelli a inizio settimana. «Come per le altre grandi opere sottoposte a questa procedura verrà poi valutata anche l’analisi giuridica e si procederà con una decisione politica sulla realizzazione o meno».
Come per la Torino-Lione, anche i Sì Tav del Veneto, in dicembre, sono scesi in piazza a Verona per ribadire la necessità dell’opera. Che al momento resta in sospeso. «Spero che il nodo si sciolga, perché la linea storica è sovraccarica, non riesce più a fare nemmeno le manutenzioni ordinarie», ha aggiunto Bianchi. «Se invece si deciderà di fermare tutto, non c’è dubbio che si arriverà a un contenzioso».
Di tribunali ha parlato anche il consigliere delegato di Icm, Gianfranco Simonetto. «Non abbiamo indicazioni su come andare avanti», ha detto al Corriere del Veneto. «Se scatteranno le penali sarà responsabilità di Rfi e del ministero. Qui siamo già in sofferenza perché, di fatto, non possiamo avanzare. I costi lievitano, non si può continuare a lungo senza indicazioni precise.
Resta l’incertezza per i lavoratori e per la programmazione dell’azienda. Noi il contratto l’abbiamo firmato e abbiamo anche riscosso l’anticipo del 10%, 160 milioni di euro. Vorrei capire chi si assumerà la responsabilità di disconoscere il contratto».