ItaliaOggi, 24 gennaio 2019
Diritto & Rovescio
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, interpellato dal settimanale ViviMilano che gli chiedeva: «Che cosa vorrebbe a Milano che non c’è?» ha risposto: «Vorrei che l’inglese diventasse lingua comune nella mia città». Ma perché, se Sala ritiene che in una città come Milano, così viva, così internazionale, così moderna, serva la conoscenza della lingua inglese, non la prevede come requisito obbligatorio nei concorsi per i posti nel Comune che lui guida? Basterebbe che introducesse l’obbligo preventivo della conoscenza dell’inglese di classe C2 (per tutti i concorrenti) e almeno il Toefl, per i dirigenti. La decisione avrebbe una tripla valenza. Primo, renderebbe più internazionali i dipendenti del Comune. Secondo, premierebbe i concorrenti che conoscono l’inglese (che sono tanti a Milano nelle ultime generazioni) inducendo anche gli altri a studiarlo meglio. Terzo, sfoltirebbe il numero dei candidati senza speranza, che partecipano ai concorsi, ingolfandoli, come si acquista il biglietto della lotteria di capodanno.