Avvenire, 24 gennaio 2019
Ancora tantissimi bimbi soldato
A distanza di quasi otto anni, in quel prepotente delitto che è la guerra in Siria, con 6,2 milioni di sfollati e più di cinque milioni fuggiti nei Paesi vicini, la pratica vergognosa dei bambini soldato non trova fine. Anzi, da più di un lustro è alimentata da quasi tutti gli attori che combattono in quel lembo di sofferenza e dolore.
I dati erano già evidenziati nel rapporto “Trafficking in persons” (giugno 2018) del Dipartimento di Stato americano, che chiamava in causa tutti: «Daesh, forze governative, Esercito libero siriano (Fsa, che lo scorso marzo ha appoggiato le truppe di Ankara nella conquista di Afrin, l’enclave curda nel nord del Paese ndr), alcuni gruppi armati che combattono a fianco del governo – si legge nelle 486 pagine del documento – come Hezbollah, milizie filo-regime conosciute come le Forze di difesa nazionale (Ndf), o “shabbiha”, che arruola bambini di sei anni, Jabhat al-Nusra, la consociata di al-Qaeda in Siria, che usa ragazzi e ragazze come soldati e – citava il rapporto –, le Ypg/Ypj», le Unità di protezione curdo-siriane che gli stes- si Usa hanno addestrato e supportato militarmente nella lotta al Daesh, e che negli ultimi giorni sono al centro di un braccio di ferro fra Erdogan – che le considera affiliate al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) – e Trump, che minaccia di «devastare l’economia turca se Ankara dovesse colpire i curdi», dopo il suo altalenante annuncio di ritirare i marine dal Paese. Proprio quelle Unità di protezione che hanno fatto della difesa del loro popolo, delle minoranze, dei diritti di donne e bambini e dell’autonomia democratica del Rojava (la regione a maggioranza curda nel nord della Siria) una fede. Dicendosi disposte pure all’estremo sacrificio pur di custodirla. Non a caso un’intera milizia è affidata a 16mila donne volontarie, le Ypj. Non a caso ai vertici delle amministrazioni del Kurdistan siriano non sono ammessi poligami. La guerra contro i minori siriani è intentata da 90 fazioni senza scrupoli che, denuncia il secondo rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite sui bambini e sul conflitto armato in Siria, da novembre 2013 a giugno 2018 hanno reclutato un esercito di 3.377 minori, 3.150 i ragazzi e 227 le ragazze. Mentre il numero di reclute verificate aumentava ogni anno, diminuiva l’età delle piccole leve associate alle forze armate e ai vari gruppi. Un quarto di loro aveva meno di 15 anni e il più giovane ne aveva quattro; la maggioranza, oltre l’80% utilizzata in combattimento. Sono state accertate 7.339 vittime tra i bambini (3.891 uccisi e 3.448 mutilati), a dimostrazione di un significativo e costante aumento nei quasi cinque anni coperti dal rapporto.
Solo tra gennaio e settembre 2018, l’Onu ha accertato l’uccisione di 870 innocenti. Alcune perdite sono causate da armi come barili-bomba o munizioni a grappolo. Altri – scrive l’Ufficio del Rappresentante speciale dell’Onu per i bambini e il conflitto armato – «hanno perso la vita in maniera atroce dopo aver subito lapidazioni, crocifissioni e altre brutali pratiche». Non solo soldati. I piccoli rifugiati sono facile preda del traffico di esseri umani e del mercato del sesso, rivela ancora il Dipartimento Usa: in Turchia e Libano donne e ragazze siriane diventano vittime di organizzazioni criminali dedite al racket della prostituzione.