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 2019  gennaio 24 Giovedì calendario

Rischi di paralisi con i nuovi referendum

Il ministro Riccardo Fraccaro non capisce per quale motivo io possa aver scritto che la sua proposta di modificazione dell’articolo 71 della Costituzione produrrebbe per 18 mesi una sorta di congelamento (con tutti i rischi del caso) del potere legislativo di Parlamento e Governo nelle materie in cui fossero presentati, per iniziativa di 500mila elettori, testi di modificazione legislativa. Ma, per capire, basta leggere con la dovuta attenzione la sua proposta e immaginare come il sistema potrebbe funzionare in pratica: se il Parlamento ha un anno e mezzo per decidere se accettare o, invece, contestare la proposta di iniziativa popolare, aprendo però in tal modo la via al referendum popolare sulla proposta, è evidente che in quel periodo né il Parlamento, né il Governo potrebbe legiferare in quella stessa materia, poiché altrimenti l’innovazione costituzionale verrebbe palesemente aggirata e contraddetta. 
Basta pensare che nella proposta di revisione costituzionale si prevede addirittura che l’ipotetica diversa volontà del Parlamento che si concretizzasse in un nuovo testo legislativo produrrebbe una legge che non potrebbe essere promulgata prima del successivo ipotetico respingimento del referendum popolare relativo alla proposta popolare. Ma allora sarebbe assolutamente contradditorio ammettere in quel periodo (come ora scrive il ministro) qualsiasi altro intervento legislativo in quella materia, mediante leggi che naturalmente entrerebbero invece in vigore, secondo le normali regole vigenti, incidendo in modo inevitabile su quanto contenuto nella proposta popolare. 
Quanto all’esito di tutto ciò sullo svuotamento dei poteri legislativi del Parlamento, basta riflettere sul fatto che sarebbe sufficiente la presentazione di una proposta del genere da parte di un gruppo di promotori e della raccolta delle 500mila adesioni per impedire al Parlamento (rappresentativo dell’intero corpo elettorale) di affermare la sua eventuale diversa volontà, se non dopo lo svolgimento del referendum popolare, con esito negativo, sulla proposta di iniziativa popolare. Per di più la proposta di revisione costituzionale non pone specifici limiti di contenuto a questo tipo di iniziative e quindi vi è il rischio che la presentazione di proposte di questo tipo su molteplici o ampie materie possa produrre danni di immobilismo legislativo davvero gravi.
Ovviamente tutte le proposte di cambiamento sono stimolanti, ma occorre assolutamente sottoporre sempre le innovazioni proposte a un realistico “esame di resistenza”, cercando di capire cosa si potrebbe produrre davvero con la loro applicazione.
(Presidente emerito della Corte costituzionale)