Corriere della Sera, 24 gennaio 2019
Sul calciomercato in tv
Per chi ama il calcio anche nei suoi aspetti meno tecnici, Calciomercato, l’originale resta sempre l’appuntamento più atteso (Sky Sport, ore 23). Alessandro Bonan, Gianluca Di Marzio e Fayna sono riusciti ad approntare un salotto dove si può sperare (in qualche acquisto) e ragionare sulle speranze. Di Marzio è diventato più prudente, più istituzionale, sapendo di essere ormai la voce ufficiale delle trattative.
Per una sera, non essendo presenti né Marco Bucciantini né Paolo Condò né Gianfranco Teotino; non essendoci trattative in corso per il Toro, e poco interessati alle avventure di Carlo Pellegatti, si può ragionare un po’ su come sta cambiando il nostro rapporto con il calcio televisivo. Si è sempre detto che uno sport si trasforma in virtù del medium dominante, non solo in termini di rappresentazione (ne abbiamo parlato più volte: il calcio è cambiato con l’avvento della tv) ma anche di consumo.
Qual è la novità di questi ultimi anni? Siccome i maggiori proventi derivano dai diritti tv, le partite vengono spalmate su più giorni: è la dura legge del mercato. Inutile fare i nostalgici, lo sguardo costantemente rivolto al passato. A rimetterci, dal punto di vista dello spettacolo, non sono le singole squadre ma la cerimonia della domenica. Potendo seguire maggiormente la propria squadra (anche grazie ai social o ai canali dedicati), il tifoso tende a disinteressarsi della totalità per concentrarsi sul particolare. Persino il telecronista è diventato oggetto di discussione.
Le trasmissioni di calcio della domenica pomeriggio, tanto per fare un esempio, sono svuotate della loro sostanza (il carattere rituale, il tempo sociale); le notizie di calciomercato dovrebbero riguardare tutte le società (anche se non succede nulla) perché bisogna ricostruire in altri modi lo sguardo d’insieme. Altrimenti il consumo del calcio avverrà solo in modalità streaming.