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 2019  gennaio 24 Giovedì calendario

Biografia di Juan Guaidó

La voce pacata ma ferma, i gesti ridotti al minimo, nessuna concessione all’oratoria lirica. In un Paese abituato a leader messianici che urlano e a volte ballano e cantano dai palchi e in televisione, Juan Guaidó è apparso sin dall’inizio un animale politico anomalo. 
Anche ieri, prima di pronunciare le parole più rivoluzionarie degli ultimi vent’anni in Venezuela, non aveva cambiato toni e volume. Era solo un po’ più emozionato del solito. Guaidó ha 35 anni ed è diventato l’ultima speranza del Paese latinoamericano un po’ per caso. Perché la guida del Parlamento, all’inizio di quest’anno, toccava per rotazione al suo partito, Voluntad Popular. E lui era uno dei pochi a poter assumere l’incarico. Si tratta del partito di Leopoldo López, il più noto tra i leader dell’opposizione della vecchia guardia. López si è fatto quattro anni di galera, accusato con pretesti di avere causato la morte di manifestanti nel 2014; ora è ai domiciliari senza poter svolgere attività politica. Mentre la moglie, Lilian Tintori, ha preso le redini della lotta per i diritti umani. Non c’erano molte alternative a Guaidó, tutti gli altri esponenti di rilievo del suo partito sono già scappati all’estero oppure si trovano in galera. Il nuovo presidente ombra del Venezuela viene da una famiglia di classe media del litorale caraibico, non lontana da Caracas. È la regione Vargas, devastata da un’alluvione che nel 1999 fece decine di migliaia di morti. Trasferitosi a Caracas sin da ragazzino, frequentando la facoltà di ingegneria entra nel gruppo di studenti che presero la leadership delle proteste contro Hugo Chávez nel 2007-2008. Decide di aderire al partito di López, che si autodefinisce di centro, ma aderisce all’Internazionale socialista ed è considerato fascista dal regime. Comunque sia, è il gruppo di opposizione più colpito dalla repressione di Maduro. Guaidó fu molto attivo anche nelle manifestazioni che nel 2014, dopo la morte di Chávez, provocarono le più massicce retate contro gli oppositori e porta sul collo i segni di pallottole di gomma sparate dalla polizia. 
Nel 2015 venne eletto in Parlamento, dopo aver partecipato ad uno sciopero della fame contro il tentativo del regime di spostare le elezioni che avrebbe poi duramente perso. Quel Parlamento ora guidato dal giovane ingegnere è ormai svuotato di ogni potere reale per decisione della giustizia di regime. Ma grazie agli appoggi internazionali si è rivelato il grimaldello per rompere il lungo impasse e aprire una speranza per cambiare le cose in Venezuela.