Liberi tutti, 20 gennaio 2019
Intervista a Iacchetti
«Il successo è arrivato tardi, a 38 anni. Facevo il cameriere in un ristorante di montagna per 50 mila lire al giorno, ma ero deciso a non mollare, perché sapevo di avere un po’ di talento su cui investire. Martino era piccolo, di giorno portavo a casa la pagnotta e di sera andavo con una Renault 4 a tre marce ad esibirmi al Derby di Milano. Facevo 90 chilometri, arrivavo a mezzanotte: ma guadagnavo altre 12.500 lire». Poi finalmente è passato il treno giusto. «Di treni ne partono tanti, ma il binario lo devi trovare tu. Registravo tutte le puntate del Maurizio Costanzo Show e quando lui faceva le domande agli ospiti mettevo in pausa e rispondevo io da casa. Per un anno ho fatto così. Quando finalmente sono andato in trasmissione non ero un ospite, ma il suo psicologo. Lo stupivo perché sapevo come fare: mi ha tenuto con sé 190 sere».Al primo provino mi hanno scartato, andando via ho lasciato il copione sul tavolo, una redattrice lo ha letto per caso e mi ha richiamato dicendomi: “Ritorni”». Sembra Checco Zalone in Cado dalle nubi. «Erano gli anni Novanta, tutti urlavano, io sono un remissivo e mi sono presentato con i libriccini e le canzoni corte. Costanzo capì che con la mia serena dolcezza potevo aiutarlo a girare le pagine del suo show. E io, da meno 25 mila lire sul conto corrente, sono passato a 4 milioni di lire».Domanda pleonastica: le sue veline preferite? «Non lo dico io, ma il pubblico. Maddalena Corvaglia e Elisabetta Canalis non sapevano ballare bene, ma avevano una marcia in più. A Cologno c’ è la loro gigantografia».Le altre? «Si fanno in quattro, ma non è fama vera e non guadagnano molto. Hanno una grande possibilità che non sfruttano: io da velina andrei a canto, a recitazione, terminato il contratto farei provini su provini, invece loro si fermano lì. Maddalena ed Elisabetta hanno usato bene questa opportunità».Maddalena Corvaglia. «Avevo 50 anni e lei 21, è stato un amore folle, poi ho capito che ero diventato suo papà. Dopo 6 anni ho cominciato a sgridarla per cose stupide. Lei mi chiedeva: “Andiamo in discoteca?”, io le rispondevo: “Ci ho passato la vita, ma a suonare, vai da sola”. Le prime notti dormivo, poi arrivava il sabato sera e mi angosciavo. “Perché non rientra?” – mi chiedevo sveglio a letto -. Erano le sei e lei rincasava felice, aveva appena mangiato la brioche». Lei proviene da una famiglia umile: i genitori hanno visto il suo successo? antonio ricci ezio greggio maddalena corvaglia elisabetta canalis ezio iacchetti «Mia mamma era figlia di mezzadri, papà faceva il calzolaio per strada, poi ha aperto con le cambiali un negozietto di vini. È morto a 56 anni, mentre mia madre mi ha visto diventare famoso, anche se le dicevano: “Ma che stupidaggini canta il tuo fioeu “. La rivincita l’ ha avuta quando ho affiancato la Cuccarini: si vantava, per lei il successo vero era quello».