ItaliaOggi, 23 gennaio 2019
Siamo destinati a restare tracciati come pacchi in spedizione perenne e il nostro consenso, prima o poi, lo presteremo. O ce lo carpiranno
Sarà capitato anche a voi, di avere una mail dritta in faccia. È quella che stanno ricevendo i fruitori dell’onnisciente motore di ricerca: mr Google tiene a farmi sapere tutto quello che ho combinato nel 2018, minuto per minuto, centimetro per centimetro. Cortesia che, dietro la parvenza di un servizio personalizzato, ha il sapore raggelante del servizio segreto: sono stato seguito passo passo nei miei spostamenti di cielo, di terra e di mare e questi sono i risultati, a loro modo sorprendenti. «Hai viaggiato» mi assicura mr Google «per 11.226 km, pari al 28% del giro del mondo». E io, tenuto conto che raramente mi sono staccato dal borgo marinaro dove vivo, mi sento come il criceto che in gabbia corre furiosamente nella ruota. Ho camminato in tutto per 114 ore percorrendo 408 chilometri (mica male), per 7 ore ho sbiciclato, coprendo la miseria di 78 chilometri, mentre su gomma, all’80% le due della Vespa, ho girovagato per 378 ore pari a 10.741 chilometri. Con una precisione come questa, chi ha bisogno di una scatola nera?Viaggio in evidenza: Sanremo, e infatti ci sono andato per seguire il Festival. Altre destinazioni privilegiate: Roma, Bologna («importante nodo ferroviario», come imparavamo sui libri di scuola), la mia trattoria di fiducia, il supermercato dove abitualmente mi rifornisco. Ma c’è anche la pizzeria dove sono capitato una volta appena, il teatrino di un solo concerto, l’escursione di poche ore: a mr Google non sfugge niente, a me sfugge un brivido. Anche perché un paio di destinazioni me l’ero, diciamo, tenute per me e inevitabilmente mia moglie ha finito per scoprirle: se il tuo profilo lo cripti, hai qualcosa da nascondere, se lo lasci accessibile hai qualcosa da svelare. E adesso, più che dei servizi segreti, ho bisogno di un console per arginare una seria crisi diplomatica. Della serie: ma farti gli affari tuoi ogni tanto, no, caro mr Google?
Ma mr Google è lì per noi e ce lo ricorda con frusciante coda di paglia: «Ti abbiamo inviato questa mail perché hai attivato la Cronologia (sic!) delle posizioni e hai dati relativi al 2018». Tradotto dall’internettese: sappiamo benissimo d’averti scassinato la privacy, però affari tuoi. È la democrazia, bellezza, solo che alle volte ricorda molto quella della Corea del Nord anche se è stata concepita in California. Ecco perché ti chiedono ossessivamente di aggiornare la applicazione della «map»: uno pensa di un programma, invece sta aggiornando se stesso, con tanto di resoconto via mail, così la campana di vetro è perfetta: lo chiamano il mondo intelligente, si sta estendendo alle case, alle macchine, agli elettrodomestici, agli spazzolini da denti: evviva.
Io veramente non ricordavo di avere «attivato» alcunché, ma sicuramente avrà ragione mr Google, che non sbaglia mai: il fatto è che uno nella vita non può star dietro solo alle pretese del web, ha anche una vita reale e nella vita reale capita di lavorare per campare anche se ormai l’attività principale è la sopravvivenza in quell’isola che non c’è però c’è e si chiama internet. I Mister della Rete lo sanno, e ci marciano alla grande.
Post Scriptum: Mr Google mi avvisa che, volendo, posso disattivare la Cronologia, maiuscolo, delle posizioni e perfino annullare la relativa iscrizione al servizio mail. Fatica inutile, oramai la frittata è fatta e in ogni caso non provateci: per dritto o per storto, il nostro destino è di restare tracciati come pacchi in spedizione perenne e il nostro consenso prima o poi lo presteremo, o ce lo carpiranno, anche senza saperlo. Funziona così, e alla fine, come diceva Lino Banfi, sono «volatili per diabetici» (non sforzatevi di capire...).