la Repubblica, 23 gennaio 2019
Super Bowl, la coppa della discordia
C’era una volta il Super Bowl, o meglio quello scintillante, esplosivo momento di spettacolo che riempiva l’intervallo tra il primo e il secondo tempo della partita di football americano che decide l’assegnazione dell’ambitissima coppa.
C’era una volta perché dopo essere stato uno degli eventi più ambiti e attesi dell’anno a livello planetario, con ascolti pazzeschi e immense ricadute sui social, gli organizzatori hanno fatto fatica quest’anno a mettere in piedi un cast decente. Dopo aver incassato una serie di no, tra cui Rihanna, Cardi B e Beyoncé, hanno ripiegato su Maroon 5 e Travis Scott. Davvero poco, considerando che l’anno scorso toccò a Justin Timberlake, nel 2017 ci fu Lady Gaga con un record di 150 milioni di spettatori, nel 2016 si misero insieme Coldplay, Beyoncé e Bruno Mars, e andando ancora più indietro troviamo nomi colossali: Prince, Rolling Stones, Madonna. Dunque fino a poco tempo fa esibirsi al Super Bowl era la consacrazione definitiva, una supercoppa dello spettacolo, ora non ci vuole andare più nessuno, o quasi.
Cosa è successo? Semplice, le cose si sono guastate a partire dal clamoroso gesto del giocatore afroamericano Colin Kaepernick che nel 2016 si inginocchiò durante l’esecuzione dell’inno americano. La sua era una pacifica protesta contro la violenza della polizia e la disuguaglianza razziale, ma in molti non gradirono. Di più, di fatto Colin Kaepernick è stato messo fuori, è rimasto senza contratto, non gioca più, a ribadire che mischiare sport e politica non è consigliabile, o comunque che l’idea di un giocatore di football che esprime un suo punto di vista non è del tutto accettabile.
Morale: il mondo della musica ha cominciato a solidarizzare, a muoversi in favore di Kaepernick e quindi inevitabilmente a considerare non più il Super Bowl come la miglior vetrina immaginabile a disposizione di un cantante, come un punto di arrivo, ma al contrario come un’arrogante manifestazione di insensibilità. Al momento la finale che si giocherà il 3 febbraio tra i Los Angeles Rams e i New England Patriots prevede come ospiti i Maroon 5 e Travis Scott, ma in rete la loro accettazione ha suscitato massima indignazione. Sono girate petizioni perché cambiassero idea, invocazioni accorate e appelli per ottenere almeno un gesto. Quello che gli si chiede è che se proprio non c’è verso di rinunciare alla performance, compiano perlomeno un gesto clamoroso. Che si inginocchino, salvando la faccia e diventando i nuovi eroi del mondo. Lo faranno?