La Stampa, 23 gennaio 2019
Dalla doccia al conto in banca, niente sarà più uguale a prima
Se avete seguito la serie tv «Black mirror», ideata dallo sceneggiatore britannico Charlie Brooker, avete avuto un assaggio di quello che vi aspetta nel futuro molto prossimo, quando la vostra vita sarà una perfetta simbiosi con l’Intelligenza Artificiale: vi innamorerete in chat che calcolano senza sbagliare il grado di affinità, sarete assunti, promossi e licenziati da algoritmi e saranno i software ad assegnarvi il mutuo e a giudicarvi davanti alla legge.
Per metterci in guardia da certi scenari distopici, già nel 2015, un «comitato» di menti guidato da Stephen Hawking ed Elon Musk aveva pubblicato una lettera aperta sull’Intelligenza Artificiale, a cui aveva fatto seguito l’anatema di Bill Gates sul sito «Reddit»: «L’AI - aveva detto - può essere pericolosa come le armi nucleari». La pensano però diversamente Alex Pentland, tra i sette maggiori «computer scientist» al mondo secondo «Forbes» e docente al Mit di Boston, e l’italiano Bruno Lepri (capo del «Mobile and Social Computing Lab» della Fondazione Bruno Kessler), autori di uno studio più ottimista: con gli adeguati accorgimenti - spiegano - l’Intelligenza Artificiale può creare maggiore equità. Il vero pericolo? Che il potere finisca in mano a poche e potenti compagnie del web in grado di controllare tutti i nostri dati, esautorando Stati ed istituzioni. Indietro, comunque, non si torna, perché in parte siamo già in «Black mirror». Vediamo quali sono i settori già coinvolti e come evolveranno.
Economia. Applicazioni come «Revolut» offrono conti correnti online senza canoni e commissioni e pagamenti e prelievi in centinaia di valute al tasso interbancario. In questo modo non dovete acquistare preventivamente alcuna valuta. Il carattere transnazionale delle web-banche e la fluidità che consentono negli scambi potrebbero rendere inutili istituzioni come le banche centrali, che già faticano a imporre regole, vincoli e tasse. Alle banche 2.0 non importa se sei ricco o povero, vivono grazie ai tuoi dati: registrandoti, «regalate» loro le vostre informazioni, che saranno vendute a terzi per fini di marketing. I dati sono quindi la nuova moneta. Non è un caso che piattaforme come eBay e altre compagnie che basano il loro business solo sulle commissioni siano in crisi.
Giustizia. Già da alcuni anni i giudici americani si avvalgono del software «Compas», sviluppato dall’azienda Equivant, per valutare le pene da comminare o decidere se un detenuto sia pronto per il rilascio. Come vi sentireste se il vostro destino giudiziario fosse deciso da una macchina? Potreste essere giudicati con maggiore imparzialità, secondo Lepri e colleghi: il colore della pelle, la classe sociale o più banalmente i vestiti che portate, ma anche la glicemia, influenzano - anche solo inconsciamente - le decisioni del giudice. «Sebbene le macchine commettano errori e abbiano “pregiudizi” - spiega Lepri -, possiamo correggerli con aggiornamenti. Per “aggiornare”, e cioè educare un essere umano a diventare il giudice che è, serve una vita intera».
Sanità. Meriti il premio dell’assicurazione per essere rimasto a casa dal lavoro con la febbre? È il caso di operare o lo Stato può risparmiare i costi dell’assistenza? Sostituire l’empatia del medico umano con la matematica pare inquietante. Ma dispositivi indossabili come orologi e cellulari oggi acquisiscono informazioni come frequenza cardiaca e consumo di calorie e domani eseguiranno check-up completi e accessibili da remoto. I sensori della doccia, nelle case domotiche, faranno mappe dei nei, mentre un messaggio ci avviserà che non è il caso di uscire perché le difese immunitarie sono basse o che dobbiamo precipitarci in ospedale perché stiamo per avere un attacco di cuore.
Istruzione. Le web company dispongono di quantità sempre maggiori di denaro da destinare a ricerca e sviluppo, in competizione con i fondi pubblici. Se il trend si mantiene, saranno solo queste imprese a trainare la ricerca scientifica, a produrre conoscenza e a venderla. «Non a caso i nostri studenti - dicono gli autori - ci chiedono di fare i dottorati a Google o Facebook». Ciascuna delle maggiori web company sta conquistando il monopolio nei rispettivi segmenti di mercato: Amazon o Alibaba per l’e-commerce, Netflix per i contenuti on-demand e così via. Questo strapotere va però normato. Il rischio, secondo i ricercatori, è che la produzione del sapere torni a essere monopolio delle «casate», come al tempo delle corti rinascimentali: immaginatevi Amazon, Google e Netflix al posto dei Medici, degli Este e degli Sforza.
Relazioni sociali. Il Partito comunista cinese lancerà nel 2020 il «Sistema di credito sociale»: a seconda delle informazioni in possesso, il governo assegnerà a ogni cittadino un punteggio. Chi ne avrà uno alto godrà di vantaggi come condizioni migliori per i prestiti bancari e sconti sul riscaldamento. Ma potrebbe essere un incubo. Il «grande fratello» tuttavia esiste già: tessere sanitarie, database delle casse di previdenza e social network hanno quel che basta. «La sfida non è bloccare il flusso di Big Data, ma pensare a soluzioni legislative e tecnologiche che ne assicurino la proprietà e il controllo all’utente, il quale può decidere come condividerli, o a soluzioni che impongano la trasparenza nelle decisioni degli algoritmi». Il Codice Etico sull’Intelligenza Artificiale, pubblicato dall’Ue, potrebbe fornire i primi suggerimenti. La redazione definitiva è attesa per marzo.