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 2019  gennaio 23 Mercoledì calendario

Cala il Pil, crescono i gay

Nei cinema c’è quel film con Marco Giallini dove tre disperati, in un lampo, si ritrovano dal 2019 al 1982 e vanno fuori di testa: «Non c’è campo» è una delle prime cose che dicono. Bisogna immaginarselo al contrario: tre disperati che dal 1982 si ritrovino nel 2019 – precisamente oggi, 23 gennaio – per vedere se non andrebbero via di testa anche loro. Troverebbero campo, certo, e anche milioni di smartphone (vagli a spiegare che non sono telefoni) che per penetrazione vedono l’Italia al terzo posto mondiale e che hanno quasi tutti una modalità fotografica denominata «panoramica», un obiettivo allargato a 180 gradi che non fa sfuggire niente. Ecco, è qui che volevamo arrivare. Volevamo arrivare a tre poveretti che passino da Pertini e Pablito Rossi a ciò che oggi potrebbero catturare con una sola schermata che invece a noi, nel presente, magari sfugge. Tac, scatto di oggi: 1) il Pil è in calo; 2) esiste la fatturazione elettronica, ma la maggioranza evade o non sa usarla; 3) sondaggi vari spiegano che i gay sono in aumento – disposti a dichiararsi tali – mentre il 10 per cento dei 16-24enni si identifica come bisessuale; 4) il partito di governo e di maggioranza l’ha fatto Beppe Grillo; 5) c’è ancora Sanremo e c’è Celentano; 6) c’è ancora l’Unesco e c’è Lino Banfi; 7) il vicepremier è Di Maio – e questa non li sconvolgerebbe perché non saprebbero chi è: ma continua a sconvolgere noi. Detto questo, siccome qualche notizia pare sia già circolata – del partito di Grillo forse sapete già, e di Sanremo pure: ah, lo conduce Claudio Baglioni – possiamo saltare alle notizie più attuali: benché difficilmente i contemporanei le includerebbero nella stessa schermata. Non ne avrebbero apparente motivo, in effetti non c’è link apparente tra il Pil e la fatturazione elettronica e i gay e Lino Banfi. Eppure è una foto che i turisti del tempo si porterebbero a casa. 

Il Pil è in calo. Lo è. Prima l’ha detto la Banca d’Italia, secondo la quale il Pil nel quarto trimestre 2018 farà registrare un altro calo. Si parla di recessione tecnica, cioè quando cala per almeno due trimestri consecutivi. Le stime per quest’anno sono il ribasso: +0,6 per cento invece che +1 per cento. I numeri del Fondo Monetario sono uguali a quelli di Bankitalia, e infatti ha tagliato le stime di crescita di 0,4 punti percentuali. Lo stesso Fmi considera l’instabilità italiana come uno dei principali fattori di rischio per l’economia globale, nientemeno.

Le fatture elettroniche sono poche. L’Associazione dei Commercialisti dice che molti soggetti economici (anche multinazionali) ancora non emettono le fatture elettroniche perché non sono attrezzati, o proprio perché non vogliono rispettare gli adempimenti. L’Agenzia delle Entrate invece ritiene che l’operazione stia procedendo in modo spedito e senza intoppi. Ricordiamo che i soggetti tenuti a emettere queste fatture corrispondono a quattro milioni di contribuenti. Per ora il dato medio è di 0,5 fatture al giorno per singolo contribuente, che è davvero pochino. Domanda: c’è un link (legame) tra il calo del Pil e l’apparente elusione delle fatture elettroniche? Tecnicamente, per ora, no. Nella nostra fotografia panoramica, tuttavia, le due cose stanno insieme benissimo.

Crescono i gay dichiarati. Numeri ufficiali non ce ne saranno mai, ma le statistiche anglosassoni – che su questo tema sono maniacali e frequenti – proprio ieri registravano gli ultimi dati dell’Office for National Statistics (Ons) destinati come sempre a riverberarsi oltremanica: le persone tra i 16 e i 24 anni che affermano di essere gay o bisessuali sono il doppio rispetto agli over 35 e ai 50enni e agli over 65; i giovani sono più propensi a «esplorare la loro sessualità, è aumentata l’accettazione sociale delle identità sessuali così come la possibilità di esprimerla». La popolazione che si identifica come lesbica, gay o bisessuale era l’1,5 per cento nel 2012 e il 2 per cento nel 2017. A questi numeri si aggiungono quelli del sondaggio Ipsos Mori (secondo il quale il dieci per cento dei giovani britannici si identifica come bisessuale) mentre un sondaggio Ipsos ha rilevato che i giovani si stanno allontanando progressivamente dall’idea che la sessualità possa essere binaria. Un sondaggio mondiale del settembre scorso, infine, rileva che solo due terzi dei giovani si definiscono eterosessuali. E lo specifico italiano? Nel 2012 l’Istat contraddisse i propri stessi dati (giudicandoli vecchi: aveva stimato solo in un milione le persone lgbt) mentre oggi si è abbassata l’età del coming out e sono cambiati gli stili di vita. Stime ufficiose avvicinano gli orientamenti dei millennials allo storico e contestato rapporto Kinsey che negli anni Cinquanta stimava gli omosessuali attorno al 10 per cento. Anche qui, domanda: c’è un link tra il calo del Pil, l’elusione delle fatture elettroniche e l’aumento dei gay dichiarati? Non lo sappiamo, ma la fotografia è quella. Anche quella. Spiega l’Italia che cambia e quella che non cambia per niente.