ItaliaOggi, 22 gennaio 2019
Germania, parcheggi per donne. Sono più lente (43 secondi in più), ma maggiormente accorte
I tedeschi rispettano i cartelli, anche perché il rischio è grave. Se parcheggiate in un posto riservato ai disabili, il primo passante avverte la polizia che arriva in pochi minuti. Ma, secondo un sondaggio, il 20% degli uomini occupa il posto riservato alle signore nei parcheggi pubblici. E il 5% confessa di farlo spesso. Non si rischia nulla perché il codice della strada si è dimenticato del problema. Achtung, attenzione, si viola il regolamento interno del parcheggio, il gestore può far prelevare la vostra vettura e sistemarla all’aperto, dove capita, e punirvi con un Hausverbot, il divieto di accesso per i prossimi cinque anni.E rischiate di venire aggrediti dalle guidatrici. Una volta a Bonn, una collega che non riusciva a finire il pezzo a tarda sera mi pregò di andare a prendere la sua auto prima che il parcheggio chiudesse. Fui costretto a litigare con le signore e con altri uomini improvvisati paladini del sesso che dovrebbe essere debole. Pensavano che fossi un maschio prevaricatore. E non mi credevano. Inoltre, ero uno straniero, dunque per principio irrispettoso dell’ordine teutonico. Domani a Monaco, al tribunale amministrativo, si discute una storica vertenza, Un signore di Eichstätt, cittadina bavarese, sostiene che il parcheggio riservato alle guidatrici discrimina noi uomini. Ha poche chances di vincere, ma non si sa mai.
Al riguardo, ogni Land si comporta a modo suo. Di fatto, in Germania esistono sedici regolamenti diversi, quante sono le regioni. A Berlino i posti rosa sono appena il 5%, nel Brandeburgo, il Land che circonda la capitale, si arriva al trenta. Forse lievemente esagerato. Cambiano anche le motivazioni. I garage coperti sono di solito poco illuminati, pericolosi per le signore che dunque possono parcheggiare al primo piano, vicino all’ingresso, una zona più illuminata e controllata dalle telecamere. In altre regioni, le donne trovano posti riservati a qualsiasi piano, ma sono più larghi e accessibili. Così possono caricare e scaricare più facilmente i Kinderwagen, le carrozzine per bambini, si spiega. Oppure, come si insinua, perché le donne non sanno parcheggiare, e lo spazio extralarge salva le carrozzerie? Il solito pregiudizio maschilista.
Un test di anni fa dimostrò che le signore parcheggiano come mariti e figli, solo sono più lente perché più accorte. In media ci mettono 43 secondi in più, ma un parcheggio non è un pit stop della Formula Uno, e solo per il 3% sono meno accorte, percentuale trascurabile. Ma il parcheggio è una cosa seria in Germania: basta appoggiarsi al paraurti di un’altra vettura per dover chiamare la polizia a constatare l’incidente. Non basta lasciare un bigliettino con le vostre generalità. Se ve ne andate, correte il rischio di venir denunciati per fuga dal luogo dell’incidente, sia pure virtuale. Si può perdere la patente fino a un anno.
Cinque anni fa, ha raccontato la Süddeutsche Zeitung, gli inviati dei giornali nazionali e delle tv accorsero a Triberg, paesino di 5 mila abitanti nella Foresta Nera. Il sindaco Gallus Strobel, critianodemocratico, aveva riservato il parcheggio locale solo agli uomini. «È troppo difficile parcheggiare», spiegò, «i posti sono angusti e si parcheggia solo a marcia indietro». Si scatenarono le femministe, e i sociologi, ma Herr Strobel dichiarò che la sua iniziativa andava intesa come una battuta, uno scherzo. E come un avvertimento alle donne, che potevano violare il parcheggio virile «a loro rischio», ma senza venir multate.
Il signore che ha presentato ricorso a nome della parità dei sessi nella sua denuncia ha aggiunto che i parcheggi rosa discriminano gli uomini, e anche le donne, perché lasciano supporre una presenuta inferiorità femminile al volante. Una chance in più di convincere il giudice.