ItaliaOggi, 22 gennaio 2019
Diritto & Rovescio
Un tizio di cui si conosce solo il nome (Arduino) vive con la moglie in una villa isolata vicino a Serramazzoni, nella campagna modenese. Accortosi che nel suo appartamento erano entrati dei ladri, Arduino ha tirato fuori dall’armadio il suo fucile da caccia di cui aveva regolare licenza e, puntandolo in alto e nella direzione opposta a quella dei malviventi (che non voleva ferire ma solo far scappare) ha sparato due colpi di intimidazione, inoffensivi sulle persone e persino sulle cose. Poteva essere finita qui, con la generale soddisfazione anche se i fatti sono avvenuti prima del decreto sicurezza. Invece il prefetto di Bologna, Maria Patrizia, sulla base di un rapporto dei Cc che peraltro avevano scritto che «i colpi erano stati esplosi in totale sicurezza all’interno della proprietà privata» ha vietato ad Arduino di «detenere armi, munizioni ed esplosivi presso la sua abitazione». Per fortuna Arduino ha fatto ricordo al Tar che ha invece sentenziato l’immediata restituzione di armi e licenza.