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 2019  gennaio 22 Martedì calendario

Russia, la vita breve delle baby fenomeno

Come invecchiare sui pattini senza diventare maggiorenne, la Russia alleva fenomeni dalle gambe sottili. Padrone di una forza fragilissima. 
Sono Winx, fatine colorate che sanno saltare a ripetizione e mantenersi in equilibrio. Esibiscono grazia, sorriso, muscoli, resistenza, tutto insieme purché sia subito. A quattordici anni devono inventare un modo per superare la concorrenza, a sedici vincono medaglie olimpiche, a 18 vanno in crisi e spesso si ritirano o rivoluzionano la propria vita nel tentativo di smarcarsi dalle nuove generazioni. Risucchiate da un vortice che regala estasi e toglie il fiato. 
Domani iniziano gli Europei di pattinaggio di figura, a Minsk, e l’oro adolescente dei Giochi 2018 sembra già una reduce. Alina Zagitova ha 16 anni, campionessa mondiale e olimpica in carica è la ragazzina che ha mandato fuori giri miss perfezione ovvero Evgenia Medvedeva, ieri faccia della Russia, oggi riserva emigrata in Canada. Medvedeva non c’è, non si è qualificata e probabilmente non ci sarebbe neppure Zagitova se non l’avesse salvata l’età. Ai campionati nazionali si è piazzata quinta, superata da tre bambine che si allenano con la sua stessa allenatrice, l’inflessibile e radiosa Eteri Tutberidze. Lei ha ereditato una lunga tradizione di tecnica e autorità e ha spinto le più giovani oltre i limiti. I salti quadrupli al femminile non sarebbero nel menu delle professioniste, ma lei ha inserito nel programma delle sue junior ogni genere di acrobazia. Quadruplo lutz per la baby da primo posto Shcherbakova, quadruplo toeloop e quadruplo salchow per la seconda classificata Trusova e nessuna sarà a Minsk perché sono nate nel 2004 e non possono gareggiare a livello internazionale. Non si sa se per proteggere loro da un agonismo troppo acerbo o le altre da un’energia incontenibile.

Le medaglie di Putin
Zagitova è obbligata al trionfo per sopravvivere e in quest’Europeo non ha grandi rivali ma ha una lunga storia di cambi della guardia a tormentarla. Lei ha tolto la corona a Medvedeva che pareva imbattibile e in effetti lo è stata per oltre due anni senza mai una sconfitta, neppure al meeting di riscaldamento. Zagitova è crescita alla sua stessa scuola, guidata da Tutberidze che l’ha alimentata a ore di emulazione. Medvedeva ha perso, senza rinnegare l’amicizia (oggi rispolverata per una pubblicità giapponese), ma l’addio tecnico si è consumato con un sms. Strappo violento: dal collegio di Mosca al monolocale in Canada, altra lingua e altro mondo pochi giorni dopo lo scatto celebrativo con Putin. Uno dei tanti.
Il presidente russo è fiero promotore della filiera di prodigi destinati a non durare. Si è commosso per l’emergente Yulia Lipnitskaya ai Giochi di Sochi e l’ha vista vincere un argento a squadre a 16 anni, età che allora pareva tenera e oggi è oltre la maturità. Putin ha scelto la pattinatrice come esempio e poi si è messo in posa per lo scatto con l’oro Sotnikova, diciottenne nel 2014. Cinque anni dopo nessuna delle due è più in circolazione. Ritirate, sparite, anoressiche, esaurite. I pattini pretendono rigore assoluto e per una Kostner che oltrepassa i trenta, solida testimonial del ghiaccio, è pieno di atlete in difficoltà: americane come russe, ma da quelle parti c’è pure il bisogno di fare in fretta a moltiplicare lo stress. Altrove è concesso fare esperienza, lì o ti imponi alla prima uscita o sei risucchiata dal flusso e non basta essere dotata, devi arrivare dove nessuna è mai stata prima. Difficile tenere quei livelli senza cedimenti. Soprattutto quando dietro c’è sempre qualcuno pronto a rimpiazzarti. 
Zagitova lo sa, per ora può tenere a distanza la coetanea Samodurova che la accompagna agli Europei, però il futuro è l’ennesima sfida in famiglia dove i successi sono solo un peso.