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 2019  gennaio 21 Lunedì calendario

Come parlare d’amore ai figli. Una guida

Il primo bacio è un tuffo dentro acque sconosciute. La prima volta in cui le labbra si schiudono e respirano un altro respiro segna la distanza tra l’io bambino e la scoperta dei sensi. In passato il primo bacio era un treno sempre in ritardo. Arrivava dopo mesi di corteggiamento e tutto il tempo era sospeso nell’attesa del piacere. E quando la sua bocca (era sempre lui che prendeva l’iniziativa) si avvicinava alla tua non sapevi bene cosa fare, ma venivi risucchiata da quell’incanto. Sentivi il sapore buono dell’amore mentre le mani cominciavano una danza dai passi sconosciuti e scoprivi che il cuore può scoppiarti in petto anche se non corri. Il primo bacio non si scorda perché scatena uno choc emotivo potentissimo. Per motivi poetici che gli scrittori descrivono da secoli e per ragioni chimiche studiate dagli scienziati, la prima esperienza lascia un segno che diventa un modello per tutti i baci che verranno dopo. Nella vita di ciascuno il primo bacio rappresenta solo un puntino, eppure quell’attimo contiene emozioni così intense che il ricordo viene scolpito nella memoria per sempre. Per questo Alberto Pellai e Barbara Tamborini – lui psicoterapeuta dell’età evolutiva, lei psicopedagogista – marito e moglie nella vita e genitori di quattro ragazzi, pensando ad un manuale per l’educazione sentimentale dei preadolescenti sono partiti dal primo bacio. Perché dobbiamo aiutare i nostri figli a non sprecarlo. In un’epoca in cui tutto si butta via in fretta e i genitori sono ossessionati solo dal primo rapporto sessuale, i due specialisti sostengono che ai nostri ragazzi manchi un’educazione affettiva e sentimentale che includa tutti i gesti dell’amore. 

L’INCONTRO DEI CORPI
«Parlare con un tredicenne soltanto della prima volta, intesa come rapporto sessuale completo, equivale a dare per scontato tutti i passi che vengono prima e preparano all’incontro dei corpi», scrivono gli autori i Il primo bacio – l’educazione sentimentale dei nostri figli preadolescenti (DeAgostini, euro 15, pgg 228). Come quando si racconta una bella storia bisogna cominciare dall’inizio. E il primo bacio è il miglior modo per iniziare a parlare di sessualità. Molte mamme e papà partono ancora dalle api e dai fiori, proprio come cinquant’anni fa, ma non servono giri di parole. Altri, soprattutto padri, non parlano affatto con i loro figli trincerandosi per pudore dietro pensieri come questo: «A me nessuno ha detto niente quando ero giovane, eppure ho fatto tutto quello che dovevo». Vero. Ma oggi i ragazzi crescono in un mondo completamente diverso da quello dei loro padri, dove capita di baciare più persone in una stessa sera e finire a letto anche con uno o più sconosciuti. Grazie a internet può succedere che due adolescenti che non si sono mai toccati si scambino via cellulare foto dei loro corpi nudi. «Dobbiamo aiutare i nostri figli ad abbracciare l’idea che la sessualità non è soltanto un’occasione per provare piacere, magari con qualcuno che appena conosci. Non si alimenta solo di immagini e situazioni eccitanti, ma di sentimenti stabili e forti». Il libro spiega anche come reagire se il proprio figlio si masturba mentre guarda la tv sul divano, come sfruttare l’occasione della scena erotica di un film per parlare di sesso e come certe canzoni o romanzzi siano un buon modo per accorciare le distanze tra generazioni e avvicinarsi alle emozioni dei nostri ragazzi.

LE ESPERIENZE
Nell’ultima parte sono raccolte le storie di quaranta primi baci. Alcuni belli e indimenticabili, baci sognati e attesi ma anche baci sprecati, dati per scommessa, per gioco, per noia. Baci che lasciano un brutto sapore e un pessimo ricordo perché distribuiti con generosità mentre i giovani dovrebbero imparare a centellinarli con avidità. Tutti i baci sgradevoli che si vorrebbero cancellare e di cui ci si pente sono quelli nati da un’accelerazione, quelli dati troppo presto. O alla persona sbagliata. C’è il bacio rubato che viene descritto così: «Le tue labbra premute sulle mie erano come gelatina di pollo, bava di lumache sul selciato in agosto (…) Dategli una pena esemplare. E se fanno come hanno fatto a me, che mi hanno rubato il primo bacio, magari dategli anche la pena capitale». C’è il ragazzo che ha letto su Google come si fa, ha cercato le istruzioni perché non sapeva dove si mettessero le labbra e la lingua. Dice: «Poi ho sentito il tuo profumo. Era come fragola e cannella, tutte mescolate, tutte insieme. Forse era semplicemente l’aroma della gomma che avevi in bocca. Ho usato la lingua, i denti tutto. Hai riso, ma non mi stavi prendendo in giro. Mi stavi volendo bene». Nessuno insegnerà mai l’arte del bacio perché tutte le regole da manuale saltano per aria quando due bocche si schiudono una nell’altra. Non esistono libretti di manutenzione per l’amore, forse basterebbe solo dare ogni ultimo bacio come se fosse il primo.