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 2019  gennaio 21 Lunedì calendario

Il Paradiso delle Signore, puntata 100

La prima persona arriva sul set alle 5 del mattino, quando tutto intorno agli studi romani della Videa – a ridosso del Parco di Veio – la nebbia si taglia col coltello. L’ultima esce alle otto di sera. I ritmi e i numeri sono impressionanti: 155 attori secondari, 20 fissi, una trentina di comparse, 3 troupe, 60 set, 4 registi. 
Chi non gira è al montaggio, chi non è al montaggio prepara le riprese, ogni 10 puntate si inaugura un set nuovo, ogni 2 settimane si gira in esterno. In onda da settembre e sul set fino a marzo, Il Paradiso delle Signore di Rai1 è la Full Metal Jacket della soap opera italiana, macchina implacabile da cinque episodi a settimana, che venerdì taglierà il traguardo delle 100 puntate sulle 180 previste. Nata nel 2015 come serie da prima serata, in autunno si è trasformata in soap (o daily, su Rai1 alle 15,30): stessa ambientazione, i grandi magazzini della Milano fine Anni 50, sempre a base di intrighi e amori, 40 minuti di durata e collocazione oraria contro Maria De Filippi. 
«All’inizio quella fascia mi faceva paura – dice Vanessa Gravina, sorta di Stephanie Forrester de Il Paradiso delle Signore – ma ho creduto nella storia, nell’ambientazione e nel personaggio: ironico, cinico, divertente». Lo share, dopo i primi mesi, ha premiato il rischio: «Siamo partiti dal 9.4%, ma la scorsa settimana abbiamo fatto il 15, con il 60 per cento di permanenza – spiega il produttore Giannandrea Pecorelli – che poi vuole dire che la gente ci sceglie e resta a guardarci. A Natale – continua Pecorelli – ci hanno fatto fare il record su RaiPlay, 5 milioni di clic».
Il Paradiso ha segnato il record della soap girata sulla superficie più estesa d’Europa, mezzo ettaro di terreno, in cui le riprese non si fermano praticamente mai. Ed è proprio l’alta produttività sul campo a consentire un sensibile risparmio dei costi (meno di 100 mila euro a puntata): la catena di montaggio sforna 5 copioni nuovi a settimana e 40 minuti di girato al giorno, dirottato in meno di un’ora dal set alle postazioni di montaggio.