Il Messaggero, 21 gennaio 2019
Rapporto Oxfam: ricchi sempre più ricchi
Tremila partecipanti, una quota associativa di 52.000 euro e un gettone di presenza personale da pagare 23.000 euro. Anche prima di conoscere il nome dei presenti, è facile concordare che il convegno invernale di Davos sulle alpi svizzere è il più ricco assembramento dell’élite mondiale. Il World Economic Forum che si apre oggi presenta un contrasto sempre più difficile da conciliare: l’idea che gli uomini e le donne più potenti del mondo possano davvero riunirsi per discutere del bene del resto del mondo. Una contraddizione già immortalata dal ceo di JP Morgan, Jamie Dimon: «Davos è il posto dove alcune decine di miliardari del mondo raccontano ad alcune centinaia di milionari lo stato di salute della classe media».
DISPARITÀ
E d’altra parte la fotografia di partenza è questa: Paperoni sempre più ricchi, povertà estrema, donne svantaggiate. È il rapporto Oxfam Bene pubblico o ricchezza privata che come ogni anno l’organizzazione no profit distribuisce alla vigilia del meeting. I numeri: 1.900 miliardari, la cui ricchezza complessiva nel 2018 è cresciuta di 900 miliardi di dollari (2,5 miliardi al giorno): possiedono la stessa ricchezza della metà più povera del mondo intero. Al contrario, la ricchezza della parte più povera del pianeta è diminuita dell’11%. Circa 10 mila persone ogni giorno muoiono per mancanza di accesso ai servizi sanitari e 262 milioni di bambini non possono andare a scuola. A livello di genere poi le donne guadagnano il 23% in meno rispetto agli uomini.
Con l’economia in fase di ristagno tre assenze di rango: quelle di Donald Trump, Emmanuel Macron e Theresa May. Un solo anno dopo l’acclamazione che lo aveva salutato a Davos dopo il successo nelle elezioni, il presidente francese resta a casa, imbrigliato dalla protesta dei gilet gialli. Simile la situazione della premier britannica che rischia di affogare nel disordine della Brexit, e quella di Trump, prigioniero dello shutdown da lui creato.
All’appello la fedelissima Angela Merkel, Pedro Sanchez e il nostro Giuseppe Conte, affiancati da Bill Gates, George Soros e Ray Dalio. Esordio internazionale per Jair Bolsonaro e patrocinio benevolo di Sir David Attenborough.