L’Economia, 21 gennaio 2019
Cgil, Colla e Landini non si sfidano dal palco
Comunque vada, chiunque vinca tra Vincenzo Colla e Maurizio Landini, il prossimo segretario generale della Cgil che sarà eletto giovedì a Bari dall’Assemblea generale (a sua volta eletta il giorno prima dal congresso nazionale) dovrà guidare una confederazione attraversata da una divisione senza precedenti. Dietro a ognuno dei due candidati ci sono infatti un buon numero di segretari generali di categorie e territori. E così se, per esempio, vincerà Landini, dovrà governare contro lo Spi (pensionati) cha ha la metà degli iscritti alla Cgil, e contro categorie come gli edili, i chimici e tessili, la comunicazione e regioni come l’Emilia Romagna. Al contrario, se vincerà Colla, si troverà contro la Fiom e tutte le altre categorie e regioni come la Lombardia. La Cgil non è pronta a un tale scenario. Tanto è vero che al congresso arriva con un documento unitario, approvato dal 98% dell’organizzazione, Colla e Landini compresi, a dimostrazione di quanto il gruppo dirigente abbia preferito ipocritamente nascondere dietro una unità di facciata la reale divisione.
Questo probabilmente è avvenuto perché lo scontro si è via via strutturato come scontro di potere e di apparati più che di programmi, anche se entrambi gli schieramenti respingono sdegnosamente questa rappresentazione. Essa purtroppo trova invece conferma in una scelta curiosa confermata da entrambe le parti: al congresso di Bari non parleranno dal palco né Colla né Landini. Questo, almeno per il momento, sarebbe l’accordo.
Ora, se per la prima volta nella storia della Cgil si arriverà a una votazione su due candidati contrapposti per eleggere il segretario generale, non sarebbe logico che ognuno dei due spiegasse davanti al congresso perché vuole essere eletto e per fare cosa, visto che ormai palesemente il documento unitario non ha più molto senso?
Se ciò non avverrà, assisteremo a un congresso per molti aspetti paradossale: ascolteremo la relazione della segretaria uscente, Susanna Camusso; poi un dibattito dove i due contendenti non si sfideranno mai direttamente, ma attraverso gli interventi dei loro sostenitori; quindi l’approvazione del documento conclusivo falsamente unitario. Il tutto mentre, dietro le quinte, i due eserciti si posizioneranno in vista dello scontro decisivo: l’elezione dell’Assemblea che giovedì eleggerà il segretario. I sostenitori di Landini pensano di vincere con una forchetta tra il 58 e il 63% dei voti. Quelli di Colla, anche loro, sono convinti di avere una risicata maggioranza. Poi arriverà il momento della scelta più difficile per il nuovo segretario: non fare prigionieri oppure offrire un accordo allo sconfitto.