Corriere della Sera, 21 gennaio 2019
Intervista a Fabrizio Corona: «Sono tutto rifatto. Il mio chirurgo plastico veniva anche in carcere»
Fabrizio Corona ha intitolato la sua autobiografia in uscita domani per Mondadori «Non mi avete fatto niente». Dice: «Mi hanno buttato in galera sei volte, ma sono ancora qui». Eppure, scrive, in carcere ha preso talmente tanti farmaci che ora ha bisogno del Cialis e da quando è in semilibertà soffre d’insonnia, abusa di sonniferi, a volte di Negroni.
Per una volta, Corona, può ammettere di non sentirsi tanto bene?
«Ammetto che porto dentro i segni di una vita di arresti e casini. Prendo pillole per allenarmi, dormire, stare in piedi, fare l’amore».
Pensa mai che tante volte si è fatto male da solo?
«Sì, però il male ha portato anche del bene. La prima inchiesta mi ha tolto tutto e ha tolto al mondo del gossip: i giornali hanno chiuso o vanno malissimo. Mi sono dovuto reinventare, creando un personaggio contro il sistema e l’ho pagata, ma mi ha permesso di avere 20 dipendenti, dare lavoro, di non essere finito».
Quando si è fatto male da solo?
«La prima volta nel 2007: esco dal carcere, insulto i magistrati, esco con le foto in cella e dico che la pagheranno, finisce con 13 anni di condanne».
Il libro si apre con lei che va da una sua collaboratrice, mura nel soffitto un milione e 700 mila euro e le dice «li dichiarerò poi». Però, scrive, non è quello che pensava.
«Una parte romanzata. La verità è quella processuale».
Allora perché scrive che non voleva dichiararli, «perdendone in tasse e debiti con lo Stato»?
«Vabbè… Nel libro parlo anche di un egonarcisismo pazzesco, dico “sono il più intelligente di tutti, vado con tutte, sono Dio”, ma commercializzo me stesso».
Venivano da ospitate in nero nelle discoteche, che lei sostiene preferiscono pagare in nero. Ospitate ne fa ancora. Prende ancora soldi in nero?
«Tutti quelli come me sono pagati in nero, inclusi i fenomeni trap che buttano per aria quei soldi sui social. Perché non li indaga nessuno?».
Ripeto, prende ancora soldi in nero?
«Sì, ma poi li dichiaro. Faccio autofatture».
È sicuro che sia legale?
«Sono ipercontrollato da prevenzione, Stato, banca».
Con Asia Argento, se non era un contratto, perché è finita così presto?
«Siamo due anime folli. Non era un contratto, ma so cosa può portare il gossip. Infatti, tutti ne hanno parlato».
Ha fatto fare lei le foto del primo appuntamento, che Asia crede paparazzate per caso?
«Ovvio».
Confessa di prendere il Cialis perché ha problemi di erezione per abuso di psicofarmaci.
«Non è così. Non sono impotente».
Ha romanzato pure l’impotenza?
«Prendo il Cialis perché, coi pensieri che ho, mi è difficile staccare il cervello e dedicarmi all’amore».
Scrive anche che non parla più con sua madre perché a Natale 2017 voleva che s’incatenasse fuori dal Tribunale e lei rifiutò. Non era una richiesta eccessiva?
«Ho romanzato. Non le ho chiesto d’incatenarsi. Però il concetto è vero: il ruolo della madre è fondamentale nella difesa del figlio e lei per andare in tv faceva storie».
Ha raccontato che in carcere è stato picchiato, tanto che ha perso tutti i denti.
«È successo tre o quattro anni fa, non posso dire i dettagli. Il 28 gennaio ho un’udienza per ridiscutere la semilibertà, è meglio che sto zitto, non vorrei tornare in galera. Ci sono cose che non puoi raccontare, se no il sistema giudiziario te la fa pagare. Sono umiliazioni. Non sessuali, ma abusi di potere, costrizioni. Accadono quando sei fuori dall’occhio delle guardie».
Perché in carcere le lasciavano ricevere un chirurgo plastico?
«Diritto al lavoro e io lavoro con l’immagine. Sono rifatto completamente. Però, se ti metti filler e Botox, devi ricontrollarli».
Fine pena giugno 2022. Quali i buoni propositi per non tornare in carcere?
«C’è un solo modo: spegnere i riflettori. Ma non li spegnerò. Non è giusto. Io faccio impresa sulla mia popolarità».