Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  gennaio 20 Domenica calendario

In quattro mesi 19 mila persone sono fuggite da Gaza

Se sei ricco e hai un buon grado di istruzione puoi scappare da Gaza. Altrimenti rimani nelle mani di Hamas. Nella Striscia sono migliaia i palestinesi che cercano di fuggire, in cerca di una speranza di vita libera e migliore. Un fenomeno che si è ingrandito da quando è stato aperto permanentemente il valico di Rafah. Data alla mano riportati dal sito del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, ben 36mila palestinesi sono usciti da Gaza nel periodo fra il maggio e il settembre 2018. Meno della metà di loro è tornata a casa. Gli altri 19mila sono emigrati, molti di loro sono in Europa per tentare di far fruttare le competenze acquisite in anni di studio. Una fuga di cervelli in piena regola, secondo quanto riferisce una ricerca israeliana sull’emigrazione degli arabi dalla Striscia di Gaza, che mette in guardia sui rischi legati al futuro della zona, sempre più impoverita di persone istruite e in mano alla spregiudicatezza di Hamas. Tra le piaghe di Gaza, oltre al suo governo, c’è anche la carenza di medici, che se ne vanno a causa del taglio del 60% dei loro stipendi imposto dall’Autorità Nazionale Palestinese. Ma Hamas che è in perenne conflitto con l’Anp, di questo non si cura visto che la colpa è di Abu Mazen, e lascia che la gente muoia. Chi è emigrato lo ha fatto seguendo vie regolari. Da quando il valico di Rafah, che collega la Striscia all’Egitto, è stato riaperto i palestinesi hanno potuto chiedere di uscire alle autorità egiziane. Visto e considerato come si vive a Gaza, le richieste sono da subito state moltissime e per questo la lista d’attesa che permette di uscire dall’enclave palestinese e raggiungere la penisola del Sinai in totale legalità si è allungata a dismisura. Una persona sana, giovane e forte deve aspettare anche mesi prima di ricevere l’autorizzazione a emigrare. Perché la precedenza ce l’hanno i malati bisognosi di cure, che a causa della permanente situazione di collasso in cui versa il sistema sanitario nella Striscia non possono curarsi negli ospedali locali. La capacità di arrangiarsi tipica dei palestinesi ha però fatto in modo che, per accelerare i tempi, nascesse un’agenzia che, in collaborazione con le autorità di frontiera egiziane, velocizza l’uscita dalla Striscia. Tutto questo dietro compenso per nulla modico: si parla di almeno 1.500 euro. Una cifra strabiliante per un palestinese di Gaza, il cui stipendio giornaliero non arriva ai 17 dollari mentre il tasso di disoccupazione è alle stelle, ampiamente sopra il 50%. Hamas non fa nulla per impedirlo, anzi, da questa sorta di lista Vip ci guadagna perché l’agenzia di intermediazione fa capo ai padroni della Striscia. Chi più paga, più in fretta se ne può andare. Per non tornare mai più.