il Giornale, 20 gennaio 2019
Il vino perfetto? È un Sassicaia annata 2016
Un altro, l’ennesimo record per il Sassicaia, il grande (e carissimo) rosso di Bolgheri. La «Tenuta San Guido 2016» è stata valutata 100/100, il massimo punteggio, da Robert Parker, il critico americano di «Wine Advocate». Era dal 1985 che Parker non assegnava al vino della famiglia Incisa della Rocchetta il super voto. Dopo 34 anni, quindi, il Sassicaia conquista di nuovo il podio mondiale dei rossi, almeno per Parker. È la prima volta che un vino italiano ottiene due volte il riconoscimento. A degustarlo e votarlo è stata Monica Larner, la critica di «Wine Advocate» per l’Italia.
È un periodo d’oro per il Sassicaia. Da settembre a ottobre 2018, quando era sul mercato l’annata 2015, è stato designato come il migliore tra i vini sia da Luca Gardini e dalla giuria internazionale del Biwa, sia da Daniele Cernilli, che nella sua guida gli ha dato il voto più alto. Poi anche gli americani di Wine Spectator lo hanno celebrato come il migliore vino del mondo con 97/100. Un grande risultato per tutto il vino italiano di alta qualità. E soprattutto per Nicolò Incisa della Rocchetta e per la figlia Priscilla.
Nicolò è il figlio di Mario, l’uomo con una grande passione per i cavalli da corsa e per i vini di Bordeaux. Fu lui a ideare il Sassicaia, fondando «Tenuta San Guido» a Bolgheri. Lo spunto è spiegato in una lettera del 1974 inviata dal marchese a Luigi Veronelli: «L’origine dell’esperimento risale agli anni tra il 1921 e il 1925, quando, studente a Pisa e spesso ospite dei Duchi Salviati a Migliarino, avevo bevuto un vino prodotto da una loro vigna sul monte di Vecchiano che aveva lo stesso bouquet di un vecchio Bordeaux da me appena assaggiato più che bevuto, (perché a 14 anni non mi si permetteva di bere vino) prima del 1915, a casa di mio nonno Chigi». Le vigne, Cabernet sauvignon e Cabernet franc, una scommessa per la Toscana di allora, furono messe a dimora nel Dopoguerra. Ma il Sassicaia non venne messo in vendita per molto tempo. Solo nel 1968 venne proposto ai ristoratori toscani dopo il consiglio del cugino di Mario, Piero Antinori. Solo 10 mila bottiglie. Nel 1972 arrivò l’insuperabile enologo Giacomo Tachis. E nel 1985 il mondo scoprì il Sassicaia grazie al 100/100 di Robert Parker. Trentaquattro anni dopo la storia si ripete.
È davvero un momento d’oro per il Sassicaia. L’annata 2015 del Supertuscan è stato protagonista di un clamoroso exploit. Venduto in media a 110 euro a bottiglia, a una settimana dalla fantastica recensione uscita su Wine Spectator il suo prezzo è salito a 360 euro. Mica male come investimento...