Corriere della Sera, 19 gennaio 2019
Chi ha mai ricevuto e rifiutato tre offerte di lavoro?
Caro Aldo,
l’effetto sicuro che produrrà il reddito di cittadinanza è un sostegno al reddito di chi sarà inserito in questa misura. Solo il tempo ci dirà se avrà un effetto sull’occupazione. Aspettiamo a giudicare. Ora però, da quanto si legge, mi sembra che questo provvedimento contenga un elemento sul quale riflettere. Le aziende avranno un vantaggio economico, seppure limitato nel tempo, ad assumere persone inserite nel rdc. A questo punto mi chiedo: una persona non inserita nel rdc (magari perché ha un reddito familiare di 10.000 euro) avrà le stesse opportunità di essere assunto rispetto a un altro che usufruisce del rdc? Se stanno così le cose, mi sembra si sia introdotta una forte discriminazione nel diritto al lavoro.
Pier Francesco Veronica
Caro Pier Francesco,
il decreto presenta questa e altre anomalie. Il reddito di cittadinanza, compresi i sussidi per affitti o mutui, può arrivare per una famiglia con due figli (non particolarmente numerosa quindi) a 1380 euro. Non un minimo garantito per la sopravvivenza; uno stipendio. Ma neanche la California o la Svizzera, per citare i posti più ricchi e avanzati del pianeta, pagano stipendi a chi non fa nulla. Si perde tutto alla terza proposta di lavoro rifiutata? Ma in che mondo vivono i legislatori della maggioranza? Chi, in certe zone depresse del Sud e non solo, ha ricevuto e rifiutato tre offerte di lavoro? Quanto guadagna un manovale o un cameriere fuori dalle grandi città? Non credo arrivi a 1380 euro netti. Chi accetterà ancora di fare il manovale e il cameriere? Dicono i Cinque Stelle: non si tratta di regalie ma di integrazione ai redditi. Ma chi sarà ancora disposto a lavorare con un regolare part-time per qualche centinaio di euro, sapendo che può comunque contare sui soldi dello Stato, cui può sempre sommare gli introiti da lavoro nero?
Un conto è sostenere i poveri, con la formazione, l’avviamento al lavoro, il sostegno alle imprese che assumono, gli investimenti pubblici, i cantieri per grandi e piccole opere. L’Europa i soldi per i cantieri li dà; infatti i fondi europei non vengono spesi. I soldi per il reddito di cittadinanza e gli stipendi dei forestali bisogna prenderli ai lavoratori italiani che pagano l’Irpef. Dov’è l’etica? Dov’è la convenienza per il Paese? Dov’è l’effetto volano per la crescita, tornata al livello zero?