il Fatto Quotidiano, 18 gennaio 2019
D’Urso-Giò, il flop di ascolti
È strano che Canale 5 non abbia affidato a Barbara D’Urso le previsioni del tempo. Un vuoto che si sente, soprattutto da domenica, quando in una delle poche zone libere del palinsesto Barbara ha abbandonato accessori, smalto e rossetti ton-sur-ton per indossare il castigato camice della Dottoressa Giò. Nel ventennale dalla prima stagione, gli ascolti sono stati deludenti, specie se paragonati alle maratone pomeridiane (oltretutto su Rai1 non c’era Mara Venier, ma il Sassuolo). Forse qualcuno avrà scambiato il debutto per una replica, magari qualcun altro non ha capito che si trattava di una fiction. Nei panni di una wonder ginecologa la D’Urso non è una campionessa di credibilità, d’accordo. Ma questo ritorno in cui, superato un ingiusto processo, Giò riprende il suo posto in ospedale con l’obiettivo di creare un centro antiviolenza per le donne, resta più verosimile delle sceneggiate a cui ci ha abituato in Pomeriggio 5. Meglio lo speculum della dottoressa Giò delle colonscopie degli ospiti che esibiscono corna, figli segreti e gossip bene assortiti dagli autori. Come può una simile novelliera della domenica pomeriggio trasformarsi nella rivale di Don Matteo la domenica sera? Anche al più boccalone degli spettatori qualche dubbio viene. Invece a Mediaset non fanno una piega, come se La dottoressa Giò potesse vedersela non solo con Don Matteo ma anche con True Detective. Qualcuno spieghi a Pier Silvio, con il dovuto tatto, che siamo nel 2019: l’evo del dottor Giò Evan.