DAGONEWS, 17 gennaio 2019
AVVISO AI NAVIGATI: SI AGGIRA PER L'ITALIA UN TRIO PIENO DI SOLDI E BELLE SPERANZE, SOPRATTUTTO UNA: COMPRARSI UN GIORNALE. DELLA VALLE, MONTEZEMOLO E CATTANEO AVEVANO PUNTATO GEDI (''STAMPA-REPUBBLICA''), MA ALLA FINE HANNO DECISO DI NON PRESENTARE OFFERTE - PARE CHE ORA, CON L'AIUTO DI DAFFINA (ROTHSCHILD), IL BERSAGLIO SI SIA SPOSTATO SUL ''FATTO QUOTIDIANO''. FANTA-EDITORIA? CHI VIVRÀ, VEDRÀ - LA SMENTITA DI CATTANEO: ''NOTIZIA DESTITUITA DI OGNI FONDAMENTO'' -
''La notizia apparsa su Dagospia è destituita di ogni fondamento''.
DAGONEWS
Avviso ai navigati: si aggira per l'Italia un inedito trio pieno di soldi e belle speranze, soprattutto una: comprarsi un giornale. L'allegro gruppetto è composto da Diego Della Valle, Luca Cordero di Montezemolo e Flavio Cattaneo.
Il primo, con l'arrivo di Cairo al comando di Rcs, ha visto crollare la sua influenza (e presenza) mediatica. Finché gli altri azionisti del ''Corriere'' erano banche o gruppi industriali con quote tra il 3 e il 10%, il suo 7,6% aveva ancora un peso, che lui amava esercitare contro i salotti buoni che lo accoglievano e lo respingevano a fasi alterne. Ora che Urbanetto ha in mano oltre il 60% di via Solferino, la sua partecipazione è una briciola che non garantisce voce in capitolo.
Con gli altri due caballeros Dieguito ha qualcosa in comune: sono molto liquidi dopo la vendita di Ntv, di cui erano soci rilevanti, agli americani. Lo scarparo si è lamentato per l'operazione, lui disse che avrebbe preferito la quotazione in borsa, ma dalla cessione di Italo dovrebbe aver guadagnato oltre 340 milioni. Montezemolo si attesta sui 250, Cattaneo oltre i 110. Cosa fare con queste sommette?
Luchino ha sistemato trust, fondi all'estero, mogli, ex mogli, figli e sfizi vari, ma a una certa età, e dopo aver avuto tutto o quasi tutto, quello che pesa è l'assenza di potere e di ruoli che contano. Niente più presidenza Alitalia, niente più vicepresidenza Unicredit, zero comitati olimpici, vendute le azioni Ntv, Poltrona Frau, lasciato il cda di Tod's, cacciato dalla Fiat, ecc. ecc., mica si può andare in pensione.
La risposta, in Italia, è facilmente servita: mi faccio un giornale. D'altronde, Luchino di Montiparioli era al vertice di Rcs mentre si perfezionava quell'affare Recoletos che lascerà una montagna di debiti (tuttora esistente) e negli anni innescherà la vendita della casa editrice a Mondadori e del quotidiano a Cairo. Quindi, in un certo senso, di editoria ne sa qualcosa.
Forse conscio delle proprie virtù manageriali, stavolta si è affidato a Cattaneo, uno che i conti li sa far quadrare (soprattutto i propri), e che in queste settimane ha letto bilanci e annusato le intenzioni degli editori di mezza Italia, col supporto di Alessandro Daffina, numero uno di Banca Rothschild in Italia e molto legato a Bisignani. Un elemento che gli altri due caballeros non gradirebbero molto.
L'idea iniziale era di puntare in alto: facciamo un'offerta per la GEDI, la società nata dopo la fusione di ''Stampa'' e ''Repubblica-Espresso''. I tre hanno studiato il dossier ma l'offerta, né informale né vincolante, non è mai partita. Forse hanno capito che la somma sarebbe stata importante, o forse pensano che i fratelli De Benedetti non vogliano affatto vendere. Di sicuro non aiutano i rapporti tra John Elkann (l'altro azionista GEDI) e Montezemolo, da quando Luchino non fu riconfermato (eufemismo) alla guida di Fiat e poi Ferrari, con Marchionne che prese il suo posto nel cuore della famiglia Agnelli.
Adesso pare che gli occhi di Cattaneo e Daffina si siano posati sul ''Fatto Quotidiano''. Possibile? Chi vivrà, vedrà…