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 2019  gennaio 16 Mercoledì calendario

Arriva una mini-Tav

ROMA Prende quota la mediazione sulla Tav. Aumenta cioè la possibilità di realizzare solo il tunnel di base al confine tra Italia e Francia, senza completare la nuova linea sul versante italiano ma limitandosi ad ammodernare quella esistente. Non si tratta solo del possibile punto di incontro tra la posizione della Lega, favorevole al progetto, e il Movimento 5 Stelle, contrario. Ma anche di uno scenario preso in considerazione nell’analisi costi-benefici, lo studio realizzato dalla commissione guidata dal professor Marco Ponti e consegnato al ministero delle Infrastrutture.
L’analisi stima un risparmio di 1,7 miliardi di euro. Una torta che potrebbe essere divisa in tre fette. La prima, mezzo miliardo, andrebbe al primo lotto della linea due della metropolitana di Torino, come suggerito per primo da Bartolomeo Giachino, organizzatore delle ultime manifestazioni a favore della Tav. La seconda fetta, di altro mezzo miliardo, sarebbe destinata ad investimenti nella Val di Susa.
La terza fetta – la più ricca, da 700 milioni di euro – andrebbe invece a interventi per il trasporto pubblico in tutto il Paese. Potrebbero anche più che compensare i 600 milioni di tagli per i trasferimenti alle Ferrovie dello Stato, inseriti nella legge di Bilancio. La stessa analisi costi benefici, quindi, potrebbe servire come pezza d’appoggio per una decisione che resta per forza di cose politica.
Non è un caso che negli ultimi giorni lo stesso vicepremier Matteo Salvini abbia affinato la sua posizione, passando da un generico «sono a favore della Tav» a un più chirurgico «si può rivedere il progetto ma il tunnel deve esserci». Con un vantaggio, dal punto di vista politico: il tunnel di base insiste per 12,5 chilometri in Italia e per 45 in Francia. Sarebbe un’opera più francese che italiana anche se i costi maggiori, il 57,9%, sono messi in conto proprio a noi.
Anche per questo, sulla mediazione, nel Movimento 5 Stelle ci sono ancora perplessità. E anche resistenze come quelle portate ieri in superficie dal sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia, che attacca proprio la Lega: «A me fa strano che una forza politica con la quale stiamo facendo grandi cose al governo abbia le stesse posizioni del Pd o di Forza Italia». Ma il tempo stringe. Lo stesso Marco Ponti, presidente della commissione sull’analisi costi benefici, ha detto che «servivano più tempo e più risorse» per completare il lavoro, trovandosi d’accordo con un altro componente della commissione, Francesco Ramella. I due ieri hanno presentato un loro libro con la prefazione dell’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli.
Ponti e Cottarelli possono sembrare una strana coppia. Ma si stimano, si conoscono dai tempi della World Bank e del Fmi. «Il mio timore – dice l’ex presidente del Consiglio incaricato – è che un dibattito basato su stereotipi tra diversi schieramenti finisca per screditare un lavoro serio e necessario come l’analisi costi benefici». Ma la sua posizione sulla Tav? «Non ho letto l’analisi costi benefici. Quindi prendo in prestito una battuta: sono un Boh Tav».