Libero, 15 gennaio 2019
Lo dice la scienza: donne più forti degli uomini nel sopportare il dolore
Lo sostenevano già le nostre nonne, depositarie di verità imperiture, oggi lo conferma persino la scienza: stando a quanto emerge da uno studio canadese della McGill University e dell’Università di Toronto, pubblicato su Current Biology, le donne non solo sopportano il dolore meglio degli uomini ma lo dimenticano anche con maggiore facilità. Insomma, il cosiddetto gentil sesso è naturalmente incline ad archiviare o addirittura cancellare dalla mente esperienze che hanno comportato sofferenza fisica ed emotiva. Forse è anche per questo che viviamo più a lungo dei maschi: scordarsi delle angustie migliora di certo la salute; di contro, concentrarsi su ciò che ha ferito, inducendo a covare sentimenti negativi e paure, predispone al malessere psicofisico e inibisce la libertà di azione. Se non fossimo dotate di codesta attitudine a resettare la memoria, ripulendola da tutto ciò che ha dato luogo a tribolazioni e lacrime, difficilmente partoriremmo due o più volte, considerato che mettere al mondo un figlio implica uno dei dolori fisici più acuti, tanto che spesso il travaglio delle future mamme viene utilizzato come unità di misura del livello di massima sopportazione a cui può resistere un individuo. Eppure basta che prendiamo il nostro piccolo tra le braccia perché ci lasciamo alle spalle in un nano secondo quell’atroce patimento. Non vi è dubbio: siamo meno possenti degli uomini, eppure siamo più forti e più resistenti. Ed il segreto del nostro temperamento inossidabile potrebbe risiedere proprio nella nostra indole a non rammentare amarezze, crucci, supplizi. A corroborarci fino a renderci delle guerriere sono stati millenni di storia in cui ci è toccato rimboccarci le maniche e tenere in piedi la famiglia, sgobbando in casa e fuori, allevando pargoletti e sostenendo figli, compagni, mariti che senza di noi – parliamoci chiaro – sono persi. Spesso non ci è restato altro da fare che dimenticare, appunto, per poter proseguire. Finché l’oblio non è diventato un atto naturale, addirittura fisiologico. «Abbiamo deciso di fare un test sull’ipersensibilità al dolore nei topi e abbiamo trovato sorprendenti differenze nei livelli di stress tra topi maschi e femmine, così abbiamo voluto estendere l’esperimento agli umani per vedere se i risultati fossero simili. Siamo rimasti sconvolti quando abbiamo registrato le stesse divergenze nella percezione della sofferenza in base al sesso», ha spiegato Jeffrey Mogil, uno dei ricercatori dello studio, il quale ritiene che quanto rilevato potrà condurre alla scoperta di nuovi trattamenti volti a combattere le forme croniche di dolore. Contro il quale oggi sappiamo di avere un’arma infallibile: la dimenticanza. Dalla ricerca canadese è risultato che i maschi ricordano con maggiore nitidezza le esperienze che hanno provocato loro del male fisico. Allorché gli individui sottoposti alla sperimentazione si ritrovavano nel luogo in cui avevano vissuto l’episodio negativo, si mostravano più stressati e persino più sensibili, confermando così che il dolore aumenta a causa dei ricordi del dolore precedente. Reazioni che nelle femmine erano del tutto assenti. Questo chiarisce finalmente anche perché a volte seguitiamo a perdonare partner che andrebbero piuttosto mandati al diavolo: tendiamo a non rammentare le loro malefatte per lasciare spazio ai momenti lieti trascorsi insieme, il cui ricordo prende il sopravvento. Siamo tanto capaci di scordarci le afflizioni quanto di ricordare le gioie. E questo amplifica anche la nostra capacità di amare. Perché cos’altro è l’amore se non destrezza nel dimenticare ciò che ci ha spezzato il cuore, perdonando e guardando avanti? Adesso la scienza dovrà fornire però altre spiegazioni: perché gli uomini hanno così viva la reminiscenza del loro dolore e non rimembrano mai gli anniversari?