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 2019  gennaio 15 Martedì calendario

Roma, apre il tempio mormone hi-tech

Il profilo delle due guglie titaniche che fendono il cielo con l’angelo dorato, si vede subito, arrivando dal raccordo anulare. Il centro commerciale Porta di Roma è solo al di là della strada, ma sembra un bonsai rispetto al nuovo centro di culto dei mormoni di Roma. Sei ettari di complesso monumentale in zona Bufalotta, tra il tempio hi-tech, il visitor center, un edificio polifunzionale, una biblioteca e foresteria, articolati intorno ad una piazza concepita come un Foro Romano in marmo e travertino, solcata da giochi d’acqua, e aree verdi con ulivi secolari. Eccola la nuova Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi giorni, il primo tempio dei mormoni in Italia e il più grande d’Europa come estensione (il dodicesimo in terra europea e il 162esimo in tutto il mondo). 
Una magnificenza che sembra direttamente proporzionata ad una politica di proselitismo. Il tempio colossale, d’altronde, vuole essere la risposta ai cinquemila fedeli mormoni romani, dei circa ventiseimila diffusi in tutta Italia. E rivela grandi ambizioni di poter allargare la cerchia di adepti. «La chiesa sta crescendo e questo nuovo tempio potrà essere un fattore determinante per spingere le persone a scoprire questa chiesa», commenta Massimo De Feo, anziano delle autorità. «Ma non vogliamo che la gente lo percepisca come un terreno di caccia, piuttosto come un luogo da conoscere e godere», spiega l’anziano David A. Bednar. E l’apertura ai più curiosi, in via di Settebagni, è garantita dal 28 gennaio al 16 febbraio. Ci sono voluti sette anni di lavori per un gigante dellaperiferia. Costi? Top secret. Decine e decine di milioni di dollari, spesi con il contributo degli stessi fedeli che offrono il 10% dei loro guadagni mensili alla loro Chiesa. Operazione privata, avviata dieci anni fa in un terreno comprato alla fine degli anni 90 dai mormoni. A ricordarne l’epopea da agro romano, oggi, un casale incastonato nel visitor center museo. Una svolta per i mormoni romani, insomma, che in tutti questi anni si sono dovuti accontentare di alcune cappelle sparse in città, da piazza Carnaro a via Bra in zona Battistini. Ma non chiamateli setta. Uno degli obiettivi è dimostrare il loro attivismo nella società civile. «Abbiamo ottimi rapporti con il Vaticano». E pensano a progetti umanitari, anche nei confronti dei migranti e dei rifugiati. 
STORIA FAMILIAREParlano con enfasi della loro principale impresa: la biblioteca di storia familiare: «C’è un accordo con il Mibac per l’acquisizione di dati genealogici dagli archivi di stato risalenti a 110 anni fa e oltre, andando a ritroso», spiega Alessandro Dini Ciacci, coordinatore del comitato dei mormoni. Il colpo d’occhio, però, è tutto sul tempio. Marmo di Carrara, vetrate e lampadari di Murano, tappeti tagliati su misura, una grande vasca battesimale per immergersi poggiata sulle statue di dodici buoi, lucernai e decori ispirati alla piazza del Campidoglio di Michelangelo. Più di cento aziende per ogni tipo di materiale commissionato, un cantiere da 300 operai al giorno, sotto l’egida della società Cg Edilcoop. «L’apertura del tempio – commenta il presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito – è esempio di inclusione e dialogo che l’amministrazione deve favorire».