Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  gennaio 15 Martedì calendario

L’uomo tra ecopellicce e nuove asimmetrie

L’uomo Emporio Armani indossa la pelliccia, a suo agio sia nella natura innevata dei paesi nordici, magari in Finlandia, sia nei contesti urbani. «La mia collezione non è certo di quelle che si indossano solo a Sankt Moritz», scherza Giorgio Armani. «C’è una ricerca approfondita per un vestire sportivo che va bene anche in città e i capi più tecnici e agonistici sono trattati come giacche e cappotti».
Ecco in passerella tanti manti animali (tutti rigorosamente sintetici, tranne il montone) dai cappotti alle sneaker, dalle stole ai cappucci. E giacche effetto pitone, giubbotti con motivi zebrati, la pelliccia che torna anche sugli zaini e nei piccoli marsupi portati come pettorine. I colori virano decisamente sul chiaro, dal bianco al grigio: «Sono i colori del ghiaccio» spiega. La ecopelliccia è trattata con grande perizia tecnica, che regala inusitate morbidezze. Una collezione che lo stilista non esita a definire «autentica e pura». E già parla del prossimo appuntamento a febbraio dove per la linea Giorgio Armani sfileranno insieme uomo donna nel suo Silos e che annuncia «sarà molto bella, nel segno dell’eleganza».
LA NEO FORMALITÀA casa Fendi l’uomo sovversivo sceglie di vestire formale con piercing e gioielli. La collezione invernale della maison ha due capisaldi: il dualismo classico-futurismo e il formale. «La trasgressione oggi per l’uomo, soprattutto giovane, è indossare giacca e cravatta», spiega Silvia Venturini Fendi, che proprio dalla giacca è partita. O meglio è partito Karl Lagerfeld, storico collaboratore della maison e artista ospite di questa collezione. La giacca coi revers asimmetrici, subito battezzata Karl, è il caposaldo attorno cui si snoda la riflessione sul doppio: il classico con il futuristico, lucido e opaco, lana e sintetico, nero e beige, leggero e pesante.
La giacca bicolore, quella in nappa con la zip che la taglia a metà, i tessuti con un filo liquido che li rende traslucidi al buio; i pantaloni in felpa tecnica con mano lucida e riflettente, i cappotti di montone e di visone con lavorazioni d’eccellenza, i piumoni over nero cangiante. E poi lo smoking in organza e tanto nylon per camicie trasparenti e pantaloni. Nelle borse torna la Peekaboo e debutta anche per l’uomo la Baguette. Abbondano i gioielli: anelli chevalier, collane, spille, piercing. E a fine sfilata a sorpresa il cantante coreano Jackson Wang (12 milioni di follower) si esibisce con la sua hit Fendiman.
L’AMBIGUITÀAlessandro Dell’Acqua con N21 sceglie l’erotismo sottile guardando al film Querelle de Brest. «Mi sono ispirato a Fassbinder e a quell’ambiguità che nasce nel cameratismo fra uomini. Si tratta di un’attitudine più che di vera trasgressione, un erotismo di testa più che reale». È un elogio all’amicizia senza stereotipi culturali che si traduce in doppie canottiere da indossare sotto giacche sartoriali, maglioni scollati sovrapposti e adorni di collane a catena, pantaloni di popeline vetrificato. Dell’Acqua torna a sottolineare la necessità di una nuova eleganza: «Lo street è facile e vende, ma è arrivato il momento di mescolare i generi e di proporre abiti meno facili, uscendo dagli stereotipi per mescolare tendenze».
Pal Zileri o il romanticismo botanico e floreale. Rocco Iannone aggiunge tocchi onirici e surreali al suo sartoriale per farlo diventare più libero e contemporaneo. «Un romanticismo non accomodante, ma frutto di una tensione sentimentale», precisa il designer. Lo hanno ispirato le favole di Esopo e i quadri del pittore Max Ernst per una palette che va dagli ocra agli zafferano ai verdi, agli arancioni. C’è la seta moirè, in genere usata per l’alta moda donna, per pantaloni e giacche; la camicia senza colletto, le stampe di zebre per i parka, fantasie di foglie e felci per giacche di velluto, spesso portate a pelle nuda. In passerella anche nove proposte femminili, perché è «un potenziale che l’azienda può esprimere», chiosa Iannone.