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 2019  gennaio 15 Martedì calendario

«Una vita da Lollo»

Novantun anni (e mezzo) e non sentirli. Tanto da prendere un aereo e volare fino a Los Angeles, dove si prepara all’ennesimo ciak, questa volta per raccontare la sua vita. Gina Lollobrigida, nata il 4 luglio, sopravvissuta ai bombardamenti di Subiaco grazie alla preveggenza di mamma Dusolina che le disse di spostarsi dalla finestra mentre stava guardando gli aerei sfilare con le tre sorelline, la Bersagliera, la fotografa, la scultrice, la fata dai capelli turchini, l’ultima vera diva che ci è rimasta, il prossimo 24 gennaio partirà per La La Land per le prime riprese del documentario dedicato alla sua vita: The Last Diva , appunto.
«Andremo lì dove tutto è cominciato», chiosa per telefono nel suo delizioso modo di parlare, in cui a seconda dell’argomento mescola un italiano dolce e misurato al romanaccio più scatenato. Per esempio, non si trattiene proprio quando spiega perché ci tiene al docufilm: «Porca di una miseria! Vorrebbero scrivere tutti la mia biografia e invece adesso ve la racconto io!».
Il docufilm è prodotto da Agnus Dei, il regista è Giulio Base. L’idea, quando sarà finito, è di venderlo a Netflix. Ma non è solo a questo che la Lollo si dedicherà durante la trasferta: sarà anche presidente onoraria del Filming Italy di Los Angeles (29-31 gennaio), il festival diretto da Tiziana Rocca, presente accanto all’attrice lo scorso anno quando posò sulla Walk of Fame la sua stella. «Tornare a Los Angeles con lei è un grande onore, tra noi c’è stima e amicizia», spiega Rocca.
La protagonista di tante attenzioni non è per niente spaventata all’idea del viaggio: partenza da Roma e scalo a Parigi. «Ho sempre preso tanti aerei, per i miei reportage fotografici ho visitato ventiquattro Paesi», dice compiaciuta. Le ore di volo, dunque, non le fanno nessuna paura. «L’importante è che mi diano un posto vicino al finestrino, così guardo fuori, perché io in quelli che stanno in mezzo non mi ci siedo! Certo, devo sperare che il tempo sia buono, perché se non lo è allora mi spavento un po’ anch’io, lo ammetto...».
A Los Angeles Gina era andata la prima volta nel 1950, invitata dal produttore cinematografico Howard Hughes. Racconta: «Rimasi lì per due mesi, ancora non avevo girato i film con Vittorio De Sica, si può dire che non fossi ancora famosissima. Hughes era un personaggio misterioso, non amava farsi vedere. Lui mi scortava ovunque, era sempre con me: pensare che Alida Valli, che aveva con lui un contratto di otto anni, lo aveva visto solo una volta. Fece di tutto per farmi restare, e io avevo dei buoni motivi per farlo, perché in Italia dopo la guerra non mi era rimasto niente. Però non ero convinta, anche se avevo praticamente l’autista e un segretario...».
Di quel primo viaggio, cui ne sarebbero seguiti tanti, molti anni dopo, l’Ultima Diva ricorda un altro aneddoto: «I biglietti aerei all’inizio dovevano essere due, poi invece fu uno soltanto, al che mio marito non si oppose perché non voleva che avessi rimpianti... Mi dava fiducia».
Con Gina partirà il suo assistente Andrea Piazzolla, che ormai da dieci anni le fa da angelo custode e con il quale è in corso un’aspra battaglia giudiziaria mossa dal figlio e dal nipote della Lollobrigida, Milko e Dimitri, che accusano il giovane (31enne) di manipolare l’attrice. Sarà. Ma quando Gina chiede ad Andrea se ha già spedito alla cronista il promemoria del Festival Filming Italy e lui replica di non averlo ancora fatto perché con l’ufficio stampa hanno inserito una modifica, lei avverte perentoria: «Ah, ma allora lo voglio rileggere prima io!». Novantun anni e non sentirli.