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 2019  gennaio 15 Martedì calendario

Cinquecento cani ogni anno muoiono per le polpette avvelenate

Pimpi non è sola, purtroppo. Migliaia di animali domestici e selvatici muoiono di polpette letali. In cima alla lista i cani. Se ne vanno così, tra atroci dolori, 500 all’anno, stima l’associazione Life Pluto che contrasta il fenomeno anche collaborando con un nucleo speciale dei Carabinieri Forestali. Nel bollettino delle perdite, seguono i gatti e poi volpi, lupi, rapaci le cui carcasse sono a loro volta veicolo di morie di altre specie.
Una strage silenziosa e dai contorni numerici incerti. I laboratori degli istituti zooprofilattici sperimentali nazionali eseguono le analisi sui campioni delle esche ma i dati complessivi sono difficili da elaborare. Il rapporto annuale dell’istituto di riferimento per Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta, descrive una situazione allucinante. Ogni due giorni viene denunciato per il Piemonte un sospetto avvelenamento e consegnate per i test 150-200 esche. Nell’elenco delle sostanze tossiche aggiunte alle polpette, in gran parte acquistate su internet perché vietate, si trova di tutto. I topicidi compaiono al primo posto, venduti anche nei supermercati agricoli sotto forma di tavolette, capaci di scatenare emorragie interne rapidissime. Poi la metaldeide, contenuta in piccoli cilindretti, usata contro le lumachine delle piante. Ha un sapore dolciastro molto gradito a cani e gatti che divorano i bocconi e nel giro di pochi minuti sviluppano sintomi neurologici mortali.
Anche i liquidi antigelo per le batterie sono gustosi quanto letali. Tra i veleni utilizzati, stricnina, vecchi anestetici e pesticidi fuori commercio, il tutto servito in dosi abbondanti. Alla carne avvelenata vengono aggiunti a volte vetro e viti.
Simona Zoppi, direttore del laboratorio torinese, non riesce a mantenere nel lavoro il distacco del tecnico: «Ci troviamo di fronte a storie tremende, come è mai possibile tanta crudeltà?». All’origine spesso c’è la volontà di difendere il territorio da parte di proprietari agricoli, la rivalità tra vicini di casa, la cattiveria di gente culturalmente non rispettosa degli animali. Succede in campagna e in città. A rimetterci la vita anche cani da tartufo e da caccia. Il fenomeno in generale è più grave al Centrosud.
Gianluca Felicetti della Lav, Lega anti vivisezione, e Carla Rocchi, ente per la protezione degli animali, chiedono leggi più severe e una stretta decisa sulla vendita dei veleni. Denunciano inoltre la mancanza di restrizioni e la disattenzione di governo e Parlamento.