il Fatto Quotidiano, 14 gennaio 2019
Libri che nascono in parlamento
Ci sono libri che nascono nella quiete delle istituzioni, nelle ore tra il lavoro e l’attesa e che deviano il flusso dei pensieri, solitamente fissi sulla quotidianità della politica.
Giovanni Grasso, storica firma di Avvenire, oggi “porta la voce” del capo dello Stato tra i giornalisti. Il suo ruolo ufficiale al Quirinale è quello di consigliere per la stampa e la comunicazione. Domani esce per Rizzoli il suo nuovo libro, che però è un esordio. Non infatti una biografia o un saggio attinenti al suo lavoro, ma un romanzo. “Una storia d’amore e ingiustizia spaventosamente attuale”, ambientata nella cupa Germania nazista degli anni Trenta.
Fino a poche settimane fa, Massimo Perrino, è stato il portavoce del presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, seconda carica dello Stato. A Natale, in libreria, è arrivata la sua prima raccolta di poesie, “in lingua napoletana”.
S’intitola Il tempo che non vola (Graus edizioni, 78 pagine, 12). Nella scorsa legislatura, a Palazzo Madama, Perrino, Max per gli amici, spesso era a pranzo con Sergio Zavoli, monumento del giornalismo italiano nonché senatore del Pd, e gli declamava i suoi versi, vergati pure all’impronta.
Risultato: poesia dopo poesia, Zavoli gli disse che doveva pubblicarle. E così è stato: nella prefazione, Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2 salviniano, lo iscrive al club dei giganti del passato, da Di Giacomo a De Filippo. L’estetica della lingua napoletana, non semplice dialetto, consente incursioni a tutto campo. Prevalentemente nei sentimenti, nella natura, nelle relazioni umane, ma l’ispirazione non risparmia la politica. Un verso di ’O millantatore: “Vuo’ parlà cu Berlusconi?/ Si chiammo io tutte se po’./ Renzi, ’o Papa, Gentiloni/ non mi dicono di no”. Chissà quanti ne avrà conosciuti e visti all’opera, il portavoce-poeta.
Il libro di Giovanni Grasso racconta invece la vita di Lehmann Kaufmann, a partire dal dicembre del 1933 a Norimberga: Il caso Kaufmann (Rizzoli, 384 pagine, 19). Il protagonista è un vedovo sessantenne ebreo. Il suo migliore amico gli affida la figlia ventenne, Irene. Ne nascerà “un rapporto speciale” in un clima crescente di odio nel Paese. Irina è infatti ariana e le leggi razziali statuiscono che gli ebrei sono nemici. Il caso Kaufmann riprende una storia vera: quella tra Lehmann Katzenberger e Irene Seiler.
Anche in questo caso la genesi del libro è speciale. Scrive Grasso nella postfazione: “Ci sono storie che cerchi e storie che ti vengono a cercare. (…). Era il gennaio del 1999, lavoravo in Senato (con il presidente Nicola Mancino, ndr) e dovevo preparare un appunto per l’imminente Giorno della Memoria. Finii totalmente immerso nella lettura del primo, corposo volume di Raul Holberg, La distruzione degli Ebrei d’Europa…”. Grasso scrisse il libro allora. Vent’anni dopo, la pubblicazione.