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 2019  gennaio 14 Lunedì calendario

Il leader dei casalinghi italiani si confessa

«Stamattina mi sono svegliato alle 5 per preparare la colazione. Cominciava il turno alle 6...». Fiorenzo Bresciani, toscanaccio di Lucca, parla da veterano. Sono vent’anni che sulla sua carta d’identità, alla voce professione, c’è scritto casalingo. «Beata te», dicono le amiche alla moglie con una certa invidia. Già, perché non è mica da tutte svegliarsi e trovare il caffè pronto nella tazzina. O tornare a casa la sera con la tavola apparecchiata e la cena pronta in un minuto. Quello dei casalinghi uomini, in realtà, non è un fenomeno di costume ma una vera e propria evoluzione sociale. Nel 2018 sono stati 25mila, in tutta Italia, a pagare il bollettino dell’Inail per gli infortuni domestici. Di questi, oltre 6.500 sono iscritti all’Asuc, l’Associazione uomini casalinghi fondata dal presidente Bresciani nel 2003 a Pietrasanta, in Versilia. «All’inizio eravamo mosche bianche, ora continuiamo a crescere. E se il nostro lavoro fosse pagato sono convinto che il numero degli associati aumenterebbe ancora di più».

BUCATO E CUCINA
Del resto, chi l’ha detto che le faccende domestiche siano prerogativa femminile? Che un uomo non debba fare il bucato? Che solo le donne possano passare l’aspirapolvere, pulire i vetri, spolverare i mobili, fare la spesa e cucinare? Gli uomini non sono mica imbranati per definizione: sanno rimboccarsi le maniche e mettersi a disposizione per la cura della casa. C’è chi diventa casalingo per necessità e decide di dedicarsi alle faccende domestiche dopo aver perso il lavoro e chi lo fa per scelta come Fiorenzo. «Avevo un’attività commerciale e quando l’ho venduta, nell’attesa di trovare un altro lavoro, ho cominciato a occuparmi della casa: fare il casalingo mi ha appassionato sempre di più. Prima ero legato agli orari mentre ora posso gestire tutto da solo. È un mestiere che mi dà tranquillità». Ma come funziona la giornata tipo del casalingo? Esattamente come quella di tutti gli altri: con gli orari a scandire le varie fasi del lavoro, con la fatica e le preoccupazioni. «Alla mattina si prepara la colazione, si rifanno i letti, si dà una spolverata ai mobili, si passa l’aspirapolvere, si fa la spesa e si cucina. Nel pomeriggio tocca a lavatrice e ferro da stiro, ma capita anche di aver il pomeriggio libero da passare con gli amici», spiega Bresciani. Che nei fine settimana sale in cattedra al master di “Home management” per insegnare stirologia ed epistemologia del bucato agli aspiranti casalinghi. Spiega i segreti della lavatrice e come impugnare il ferro, due arnesi sconosciuti alla maggior parte dei maschi italici e probabilmente non solo ai nostri.

I SEGRETI
«Al giorno d’oggi studiano tanto, ma nelle cose pratiche fanno molto fatica. Nello scaffale di un perfetto casalingo non possono mancare bicarbonato di sodio e acido citrico per sconfiggere il calcare». I consigli più preziosi? «Bisogna fare attenzione al detersivo che si usa, ma è fondamentale tenere pulita la lavatrice con un litro di aceto come sgrassante. Per quanto riguarda lo stirare, è importante per gli uomini prendersi uno sgabello e appoggiarci una delle due gambe facendo cambio ogni venti minuti. Solo così, riposando anche i muscoli delle spalle, saranno meno stanchi a fine stiratura». Non che sia tutto rosa e fiori solo perché si lavora a casa. I problemi e le responsabilità non mancano, come sanno altrettanto bene i milioni di colleghe femmine di Fiorenzo. «Bisogna stare attenti a far quadrare i conti perché si vive con un solo stipendio. Io risparmio più sui detersivi che sul cibo: l’importante è evitare sprechi. Da un punto di vista psicologico, rispetto a mia moglie, a fine giornata sono meno stanco. Spesso la aspetto con la tavola apparecchiata a lume di candela, ma è capitato di sentirmi dire “scusa ma non è serata”. Sono cose normali che possono succedere a tutti».

SCOGLI DA SUPERARE
Già, le donne. Se alcune puntano il dito contro i casalinghi perché vedono intaccato il loro ruolo di regine della casa, altre sguazzano in questa situazione che rovescia i ruoli e lodano i mariti operosi. Tornano a casa dal lavoro e non devono pensare a nulla: meglio di così? Di scogli da superare, però, ce ne sono ancora tanti. Saranno i retaggi del passato, che vogliono la donna col grembiule e non il contrario, ma oggi è ancora difficile essere casalinghi al maschile. «C’è chi pensa che facciamo i mantenuti, ma stiamo scherzando? Noi non percepiamo stipendio, ma non dobbiamo assolutamente vergognarci per questo: è un onore collaborare col proprio partner. Altri pensano che siamo effemminati: casalingo però non è sinonimo di omosessuale. È assurdo, nel 2019, sentire dei ragazzini che parlano di lavori da uomini e lavori da donna. Le faccende domestiche vanno fatte, non importa da chi», spiega Fiorenzo Bresciani. In Italia, il percorso per un pieno riconoscimento della professione è ancora lungo. I 13 euro da pagare all’Inail ogni anno come assicurazione servono a poco, nonostante i rischi del mestiere. Un taglio col coltello, una scottatura col ferro da stiro, una caduta accidentale sul pavimento bagnato. «Veniamo tutelati solo in casi gravissimi, per tutto il resto prendiamo cifre irrisorie. Ci sta bene pagare una quota, è un inizio nella speranza che le cose cambino. Il nostro è un lavoro che non porta reddito ed è per questo, purtroppo, che nessuno si interessa a noi».