Corriere della Sera, 14 gennaio 2019
Open bar e serie tv: così Tilson Thomas diffonde Brahms
«A New York ho avuto la fortuna di lavorare con Heifetz, Boulez e Stravinskij: erano completamente immersi nella musica, per loro un concerto non poteva mai essere routine». Neanche per Michael Tilson Thomas, celebrato direttore statunitense che porta in tournée i Wiener Philharmoniker (l’Italia viene sfiorata il 18 gennaio con la tappa a Lugano Musica).
È stato paragonato a Bernstein per l’abilità di comunicatore: ha ideato e condotto «Keeping Score», serie tv sulla musica classica che ha avuto un successo clamoroso; vicino alla Davies Symphony Hall, in cui da 23 anni guida la San Francisco Symphony, nel 2014 ha fatto acquistare un vecchio immobile trasformandolo in un enorme open bar dove i musicisti dell’orchestra si esibiscono mentre la gente beve, mangia, chiacchiera e passeggia.
Oggi il «Sound Box» è un luogo di culto: «Già nella precedente esperienza a Boston avevo iniziato a sperimentare formule diverse. Con le “Spectrum Series” avevamo creato un pubblico nuovo ed era molto interessante osservarne l’atteggiamento: per chi è totalmente a digiuno di classica, ascoltare autori contemporanei come Reich o Ives non è più difficile che ascoltare Brahms o Beethoven». La libertà e la fantasia nell’inventare nuove forme di fruizione della classica sono iscritte nel suo dna: «Mio padre dirigeva un teatro, il palcoscenico è casa mia e interpreto il concerto come un invitare il pubblico nel mio salotto. Faccio tutto il possibile perché gli ospiti siano a loro agio e contenti».
Non storcendo il naso se qualcuno applaude tra un movimento e l’altro di una sinfonia: «Hanslick diceva all’amico Brahms: scrivi la musica che vuoi, anche la più triste, ma non pretendere che chi paga il biglietto sia triste. Non possiamo imporre al pubblico un modo d’essere, possiamo solo catturarlo con la bellezza della musica». Con i Wiener lo farà dirigendo la seconda sinfonia di Brahms: «Non appose molte indicazioni. Pensava che i cattivi musicisti non l’avrebbero suonata bene mentre quelli bravi avrebbero capito da soli come eseguirla bene».
I Wiener sono straordinari: «Quando affrontano un brano per la seconda volta hanno già dato la loro impronta. Figurarsi con Brahms: ogni Filarmonico ha una sua idea precisa, la sfida per chi li dirige è proporre un’interpretazione che in quel momento metta tutti d’accordo».