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 2019  gennaio 14 Lunedì calendario

Federer va a caccia di record

Roger Federer è da tempo fra gli immortali del tennis, anzi dello sport in generale, siamo tutti d’accordo. Il punto ormai è un altro: quanto immortale? E nel tempo che gli è rimasto da spendere sul campo, quali record ancora può battere?
Davanti a lui solo donne
Il Number One emerito ci ha abituato a considerare i suoi frequenti miracoli normale amministrazione («Ma questo lo pensano i giornalisti, io non ho mai dato per scontata una carriera come la mia»: 15-0 per Roger), il precoce e doloroso addio di Andy Murray e l’inizio degli Australian Open forzatamente ci riportano però alla prosa delle cifre e dell’anagrafe. A Melbourne il patriarca può arrivare a 21 Slam, avvicinando Steffi Graf che nel conto assoluto e unisex è a quota 22 (davanti a lui ci sono solo donne, Serena Williams è a 23 e Margaret Court a 24), ma quel che conta è compiere 100 successi da professionista. Cifra tonda, perfetta per le celebrazioni, comunque ancora distante nove titoli dal record - molto gonfiato ma questa è un’altra storia - di Jimmy Connors. Il suo 109º urrah Jimbo lo lanciò a Tel Aviv nel 1989, quando aveva compiuto da poco più di un mese i 37 anni. L’Antipatico due autunni dopo fu capace di arrivare in semifinale agli Us Open e continuò poi a giocare, più o meno sporadicamente, fino al ’96; ma senza aggiungere trofei alla bacheca: con un paio di stagioni da 4-5 tornei all’anno, insomma, Federer può raggiungerlo.
Più difficile inseguire nonno Rosewall, che finì di vincere tornei solo a Hong Kong nel 1977, a 43 anni suonati. Per l’Atp fu il numero 35, ma se consideriamo anche quelli vinti negli 11 anni di apartheid fra i professionisti, prima della liberazione del 1968, si arriverebbe a 133 (altra storia, anche qui). A 37 anni e due mesi, cioè tre mesi più giovane del Federer di oggi, «Muscles» fra l’altro si era preso l’ultimo Slam, guarda caso agli Australian Open, un record di longevità che resiste da allora: ecco apparecchiato un primato che nel giro di due settimane Federer potrebbe riscrivere a 37 anni e 142 giorni.
Stamattina via contro Istomin
Ri-conquistare Melbourne per il terzo anno consecutivo (stamattina l’esordio contro Istomin, 2º match dalle 9, tv su Eurosport) significherebbe anche staccare Roy Emerson e Novak Djokovic con un settimo titolo in Australia. Vincendo lì l’anno scorso Federer ha peraltro già raggiunto l’eterno e dolce Rosewall - il signor Murodirose - e l’altro higlander Rod Laver alla voce «Slam vinti dopo i 30 anni»: sono 4. A 3 è fermo Nadal, poi ci sono Agassi, Connors, Djokovic e Wawrinka a 2. Parentesi: gli over 30 presenti in tabellone a Melbourne quest’anno sono ben 43 su 128, più di un terzo. Alla faccia della Nuova Generazione. 
Se poi vogliamo metterci avanti con il lavoro, chiudendo l’anno da numero 1 Federer pareggerebbe Sampras - che ci è riuscito per sei anni, ma consecutivi, dal 1993 al 1998 - e straccerebbe il record di anzianità relativa di Djokovic, che quest’anno è stato numero 1 «end year» a 31 anni e 7 mesi. 
«Murray? Purtroppo sapevo»
Troppa roba, anche per un Immortale? «Beh, credo che una delle cose che mi permettono di giocare ancora ad alto livello - ha spiegato - è che conosco bene il mio corpo: capisco quando ho male e posso continuare e quando invece ho male e devo fermarmi. Che Murray stesse così male lo sapevo da un paio di anni, mi sono anzi meravigliato che ce la facesse ancora. Da giovane i dolori passano, quando hai 30, 35, 40 anni ci vuole più tempo. E devi mettere in conto di conviverci, con il male». Chiamatelo, se volete, il male di vincere.