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 2019  gennaio 14 Lunedì calendario

Pronto lo studio per l’atleta bionico

Nell’era Bolt, che già rimpiangiamo con un certo struggimento, allo stupore per i risultati impossibili seguiva sempre la stessa domanda: come ci è riuscito?
Il cronometro era evidente ma ci volevano giorni per scoprire la frequenza delle falcate, la velocità massima, il punto in cui il giamaicano iniziava a decelerare, il margine assurdo che ancora aveva nelle gambe, i metri divorati con le stringhe slacciate. Nove secondi e 58 per correre 100 metri e giorni per analizzarli. Ogni dato era accolto con la stessa attenzione della gara e i signori dell’Olimpiade vogliono che quello stupore, la meraviglia che segue ogni trionfo spettacolare, sia parte integrante dei Giochi. E così sarà.
Due sponsor a Cinque cerchi si sono messi insieme per spingere lo sport nell’era digitale. Archiviati i sensori su cui l’abbigliamento di settore ha lavorato negli ultimi anni, si passa all’intelligenza artificiale. Alibaba ci mette il software e Intel l’hardware, insieme hanno studiato un algoritmo che ora ha fame di dati e che sarà nutrito fino ai Giochi di Tokyo per essere testato, perfezionato e calibrato e poi diventerà operativo proprio mentre l’attenzione globale sarà concentrata nello stesso punto. Le prossime Olimpiadi.
Campioni senza più segreti
L’effetto scenografico si chiama «3D Athlete Tracking Technology», è un flusso di conoscenza che si alimenta di esperienze altrui e sa scoprire ogni dettaglio: la forza, la rotazione, l’energia necessaria, l’esatto angolo di quel particolare lancio che fa saltare la concorrenza in pedana, l’efficacia della bracciata che fa la differenza in piscina, la postura che accompagna l’affondo perfetto nella scherma. Non tutte le discipline saranno coperte, non c’è tempo sufficiente per educare il simulatore, però sarà lui nei prossimi mesi a dire quante telecamere servono e dove devono essere piazzate per non perdere neanche il minimo particolare. 
È l’evoluzione della biomeccanica, uno studio avanzato che sfrutta tutti i progressi della scienza e, certo, in futuro aiuterà gli allenatori a migliorare il lavoro con gli atleti, permetterà ai rivali di monitorare ogni scatto, ogni colpo, ogni mossa sulla strada dell’oro però ciò che più interessa a chi organizza le Olimpiadi è il fascino che questo nuovo raffinatissimo giocattolo eserciterà sul pubblico. Un moltiplicatore di audience per un evento che già monopolizza gli sguardi. Rio 2016 ha registrato 3,2 miliardi di spettatori televisivi, in leggero calo rispetto ai 3,6 di Londra 2012 anche se va considerato il consumo social che non rientra nel calcolo e i contatti via Internet che hanno coperto le 357 ore di diretta distribuite nella maggioranza dei Paesi. Ogni singola persona intercettata dalle sfide mondiali ha visto almeno il 20 per cento dei Giochi ed è su questa percentuale che può agire il computer trasformando il fenomeno in atleta bionico. 
Il prossimo Phelps non batterà solo ogni record, lo farà senza segreti. Ogni replay si porterà dietro un nuovo numero e una scoperta, una pioggia di analisi che servirà pure ad alimentare la nostra immaginazione.