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 2019  gennaio 13 Domenica calendario

Carissima lattuga, quanto ci costa il grande freddo

Cara, carissima lattuga. Il grande freddo ha bruciato le foglie e surriscaldato i prezzi fino a un euro in più al chilo. L’effetto gelo improvviso, con l’anomala nevicata al Sud, ha colpito pesantemente anche i listini all’ingrosso di molte verdure ed ortaggi. «Avere un clima mediamente più caldo non esclude episodi di gelo, anche intenso, che possono avere maggiori effetti sull’agricoltura», spiega la climatologa Valentina Acordon. L’esperta della Società meteorologica italiana non arriva a parlare di clima impazzito, ma gli sbalzi tra ondate polari e temperature sopra la media stagionale espongono a maggiori rischi la vegetazione: il prezzo che schizza in alto della lattuga, la verdura più comune, ne è l’emblema.
Ma a soffrire sono soprattutto gli agricoltori, avvertono gli esperti, prima ancora che i consumatori. «Quello che sta succedendo nei mercati all’ingrosso è che se non c’è la lattuga nel Sud Italia ci si sposta al Nord o si va in Spagna. Un fenomeno degli ultimi anni: nella filiera agroalimentare l’anello più debole è soprattutto il produttore che viene rimpiazzato velocemente da un altro», spiega Andrea Segrè, professore di Politica agraria e presidente del Centro agroalimentare di Bologna. Per questo l’effetto rincaro durerà poco, al di là delle temperature. La ragione però va cercata nel gelo o nella speculazione? «I controlli sui prezzi sono rigorosi, non c’è speculazione nel passaggio tra agricoltori e grossisti nel mercato di Bologna», continua l’esperto, padre della battaglia anti-spreco di cibo in Italia. La Borsa merci telematica è implacabile: secondo le ultime quotazioni un chilo di finocchi sfiora 1,8 euro, mentre fino a pochi giorni fa non toccava l’euro; lo stesso per i cavolfiori oggi ad 1,6 euro. Il rialzo maggiore riguarda appunto le lattughe con 2,2 euro al chilo, contro poco meno di un euro. Anche i listini di carciofi e zucchine risentono del freddo con aumenti intorno al 20%.
«Col gelo il rialzo dei prezzi c’è sempre stato, ma durerà una quindicina di giorni – spiega Segrè – per così poco tempo si può acquistare un prodotto trasformato. O accettare di spendere un po’ di più perché fa bene». Il docente, che sta per pubblicare il libro Il risveglio della scarola, non fa sconti ai consumatori: «Piuttosto si pensi a cosa succede negli altri undici mesi e mezzo: l’offerta aumenta e dunque i prezzi scendono. Ciononostante non mangiamo abbastanzafrutta e verdura, che sono alla base della dieta mediterranea, ma di questo nessuno si occupa. Ci meravigliamo solo quando la lattuga non si trova o costa cara. Ma poi non la consumiamo durante l’anno, quando c’è. Vogliamo pagare il cibo sempre meno e mangiamo sempre peggio».