Avvenire, 12 gennaio 2019
La Cina invecchierà
La Cina si avvicina a un nuovo picco storico della sua popolazione, ma Pechino guarda già oltre, alla china demografica, e con non poche apprensioni. Un studio inserito nel Libro verde della popolazione e del lavoro pubblicato dall’Accademia cinese delle Scienze sociali, indica che una volta che i cinesi saranno arrivati a 1,44 miliardi nel 2029 (sono 1,41 miliardi quelli attuali secondo le Nazioni Unite) si avvierà quello che gli autori dello studio definiscono come un declino «inarrestabile».
Al punto che è previsto per la metà del secolo un poco promettente traguardo di 1,36 miliardi di abitanti, con conseguente riduzione della popolazione attiva prossima ai 200 milioni. Questo porterà a due effetti congiunti: declino sul lungo periodo della popolazione e un suo drastico invecchiamento, che attiveranno con ogni probabilità «conseguenze socio-economiche sfavorevoli». Gli studiosi dell’Accademia chiamano le autorità a individuare e attuare politiche che possano gestire nel miglior modo una forza-lavoro ridotta e una nazione invecchiata, meno produttiva e maggiormente bisognosa di assistenza.
La causa persistenze della situazione attuale, all’apparenza impermeabile a tutti i più recenti provvedimenti di “stimolo”, è il ridotto tasso di fertilità. Concause sono anche la discriminazione di genere che ha portato a un’incidenza unica al mondo di popolazione maschile su quella femminile e la disaffezione verso i figli delle coppie cinesi, in un contesto segnato da unioni di fatto e di famiglie mononucleari sempre più numerose.Nemmeno l’allentamento accelerato dal 2015 dei vincoli derivanti per un trentennio dall’applicazione della Legge del figlio unico, è riuscito a rilanciare la fertilità. Difficile dire se una piena liberalizzazione potrà essere efficace sul lungo periodo. Quel che è certo, sottolineano gli analisti, è che nel breve termine salirà il tasso di “dipendenza”, ovvero la proporzione di individui fuori dal mercato del lavoro – ultrasessantenni e minori – che peserà sulla popolazione attiva. Un’ombra lunga sul futuro del Paese, forse la sua sfida maggiore, che un’economia in pieno slancio oltre la fase di ristrutturazione attuale potrebbe forse attenuare. Ma sono troppe le incognite interne e esterne per far dormire sonni tranquilli ai pianificatori di Pechino.