la Repubblica, 12 gennaio 2019
Il boom impossibile di Di Maio
«Il boom è possibile», era il 31 maggio del 2001 e chi pronunciò queste parole, non era Luigi Di Maio, allora giovincello, ma Silvio Berlusconi. Il boom non arrivò allora come non arriverà adesso. Anche se proprio venerdì Di Maio ha detto che «un nuovo boom economico potrebbe rinascere: negli anni ’60 avemmo le autostrade, ora dobbiamo lavorare alla creazione delle autostrade digitali». Al momento, purtroppo, si affaccia la recessione che si profila in Europa, insieme alle notizie di forte rallentamento che giungono dagli Stati Uniti e persino dalla Cina. Pensare oggi ad un boom simile a quello degli Anni ’60, mentre le tecnologie mangiano lavoro e la globalizzazione riduce i salari, anche se la congiuntura andasse meglio, è un controsenso. Allora la crescita dell’Italia andava ad un ritmo del 6,5% l’anno, la gente si gettava su nuovi generi di consumo come frigoriferi e televisori. In meno di dieci anni furono costruiti i 761,3 chilometri dell’Autostrada del Sole. Oggi la musica è un’altra. Manca la materia prima: la gioventù e la voglia di futuro: nel 1961 l’età media della popolazione era di 33 anni e mezzo, contro i 44,9 di adesso; gli ultra 65 enni erano meno del 10% degli italiani, ora superano il 23.